ARS SEGNALA - 24/11/2012
È disponibile sul sito del Ministero della salute la
Relazione sull’attuazione della legge contenente le norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge n. 194/1978) che il ministro Renato Balduzzi ha presentato il 9 ottobre scorso al Parlamento. La relazione contiene i dati preliminari dell’anno 2011, i dati definitivi del 2010 e le
distribuzioni per regione dell’anno 2010.
Nel 2011 sono state effettuate in
Italia 109.538
interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) (dato provvisorio), con un decremento del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010 (115.981 casi) e un decremento del 53,3% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’IVG (234.801 casi).
Il tasso di
abortività nel 2011 è risultato pari a 7,8 per 1.000 donne in età feconda (15-49 anni), con una flessione del 5,3% rispetto al 2010 (8,3 per 1.000) e una diminuzione del 54,7% rispetto al 1982 (17,2 per 1.000). Il valore italiano è tra i più bassi tra quelli osservati nei Paesi industrializzati.
Nelle
donne straniere nel 2010 il numero di IVG è pari al 34,2% del totale delle interruzioni volontarie praticate; i tassi di abortività tra le donne provenienti dai paesi a forte pressione migratoria sono molto più elevati rispetto a quelli delle italiane seppur con una tendenza alla diminuzione.
In
Toscana nel 2011 sono state effettuate 7.479
IVG (dato provvisorio) con un decremento del 2,4% rispetto al dato definitivo del 2010 (7.665 casi). Il tasso di
abortività nel 2011 è risultato pari a 9,1 per 1.000 donne tra i 15 e i 49 anni con un decremento del 2,3% rispetto all’anno precedente (9,3). Il tasso è superiore alla media nazionale e alla media del centro Italia (8,7 per 1.000): la Toscana si colloca al quinto posto in Italia per ricorso all’IVG preceduta da Emilia Romagna (10,4), Liguria (10,0), Piemonte (9,9) e Valle d’Aosta (9,2).
I dati confermano la tendenza nazionale e regionale alla
diminuzione del ricorso all’IVG. La promozione della
procreazione responsabile rimane la modalità più importante ed efficace per la prevenzione dell’aborto. Particolare attenzione deve anche essere rivolta verso i gruppi di donne straniere, con specifici interventi di prevenzione che tengano conto anche delle loro diverse condizioni di vita, cultura e costumi.
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