Si chiama
Progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale - SPItOSS - e in Toscana parte il 1 luglio. È un progetto pilota di sorveglianza della mortalità perinatale coordinato dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con tre Regioni italiane, Lombardia, Toscana e Sicilia, e finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute. A livello regionale [Per la Toscana], il progetto è coordinato dall’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana.
L’obiettivo generale del progetto è l’implementazione di un modello pilota di
sorveglianza attiva della mortalità in utero tardiva e della mortalità neonatale precoce nelle tre regioni, per produrre stime della mortalità perinatale e informazioni utili a prevenire i decessi perinatali evitabili.
L’impatto della
morte intrauterina sulle donne, sulle famiglie, sui professionisti sanitari, sulle comunità e sulla società intera è ben noto. Tuttavia, l’attenzione alla
natimortalità è un fenomeno recente, anche tra i paesi con sistemi sanitari avanzati: soltanto nel 2014 le Nazioni Unite hanno adottato il piano d’azione OMS e UNICEF
Every Newborn, finalizzato ad azzerare la mortalità materna e neonatale e la natimortalità evitabile nel mondo, grazie all’inserimento di quest’ultima tra gli indicatori centrali di progresso, accanto a mortalità materna e mortalità neonatale.
Rispetto alla mortalità materna, pari a 0,1 casi ogni 1.000 nati vivi, la mortalità perinatale presenta una frequenza superiore, pari a
4,1 casi per 1.000 nati.
Il miglioramento della
qualità dell’assistenza alla madre e al neonato durante il travaglio, alla nascita, nel primo giorno e nella prima settimana di vita è l’elemento chiave sul quale focalizzarsi per centrare l’obiettivo di ridurre ulteriormente mortalità materna e mortalità infantile nei prossimi anni.
Alla luce dell’esperienza di altri paesi che, come il Regno Unito, hanno attivato sistemi di
sorveglianza ostetrica che includono sia la mortalità materna sia quella perinatale, l’Istituto superiore di sanità la estende adesso anche alla mortalità perinatale. Il progetto pilota prevede di sottoporre a sorveglianza di popolazione tutte le morti in utero dalla
28a settimana di gestazione, i nati morti e i nati vivi deceduti entro il
sesto giorno di vita completo (ossia 6 gg + 23h) nei presidi ospedalieri pubblici e privati delle regioni partecipanti al progetto, nel rispetto della definizione di morte perinatale.
Sul modello della sorveglianza della mortalità materna, anche quella della mortalità perinatale prevede una sorveglianza attiva:
segnalazione dei casi incidenti, realizzazione di
audit multiprofessionali nei presidi ospedalieri dove si verificano i decessi,
indagini confidenziali regionali e
revisione centrale dei casi.
Per approfondire
scarica il
materiale relativo al progetto
consulta la pagina web del
progetto sul sito ISS