ARS SEGNALA - 21/05/2014
Valutare lo stato di
salute dei residenti
nei comuni italiani inclusi nei 44 SIN (i siti di interesse nazionale per le bonifiche): questo l’obiettivo del
progetto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), avviato nel 2007 con il finanziamento del Ministero della salute, coordinato dall’Istituto superiore di sanità e sviluppato da un esteso network di enti a livello nazionale e regionale. Dei 44 SIN totali, 4 si trovano in Toscana: Massa-Carrara, Livorno, Piombino e Orbetello.
Sulla rivista “Epidemiologia & Prevenzione” è stato recentemente pubblicato il
terzo volume del progetto
SENTIERI: Mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri. Il
primo volume SENTIERI: Valutazione dell'evidenza epidemiologica presentava le procedure adottate e i risultati della valutazione dell’evidenza epidemiologica dell’associazione tra 63 cause di morte e le fonti di esposizioni ambientali presenti nei SIN. Il
secondo volume SENTIERI: Risultati conteneva i risultati dell’analisi di mortalità per il periodo 1995-2002, accompagnati da commenti e da alcune indicazioni operative sul proseguimento della caratterizzazione epidemiologica di queste aree. Per il SIN di Taranto, in conseguenza delle vicende giudiziarie in corso, le stime degli indicatori di mortalità sono state aggiornate al 2010.
In questo
terzo volume,
solo per 18 dei 44 SIN originali che sono serviti dalla rete
AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) vengono
presentati i risultati dell’aggiornamento dei dati di mortalità al 2010, dell’analisi dell’incidenza oncologica per il periodo 1996-2005 (per 17 SIN) e di una prima analisi dei dati di ospedalizzazione relativi al 2005-2010.
I 4 SIN toscani, non essendo coperti dalla rete AIRTUM,
non sono presenti in questa ultima pubblicazione. Gli esiti sanitari sono stati studiati attraverso metodi omogenei applicati a fonti informative certificate (ISTAT, AIRTUM e Ministero della Salute).
I risultati dell’aggiornamento dei dati di mortalità al 2010Tra i risultati principali si segnala il
tumore della tiroide: in alcuni SIN sono stati rilevati incrementi in entrambi i generi sia per quanto riguarda l’incidenza tumorale che i ricoveri ospedalieri. A Brescia-Caffaro sono stati osservati eccessi per quelle sedi tumorali che la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS) nel 2013 associa certamente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i PCB (policlorobifenili), i principali contaminanti nel sito.
Altro elemento di rilievo riguarda l’
esposizione ad amianto subita dalle popolazioni residenti nei SIN: risulta evidente, per gli uomini, dai dati relativi al mesotelioma. Il rilievo di questi eccessi, diffusi a varie tipologie di esposizione, conferma la diffusione dell’amianto nei siti contaminati, anche al di là di quelli riconosciuti tali sulla base della presenza di cave d’amianto e fabbriche di cemento-amianto.
Dall’analisi del profilo di rischio oncologico risulta anche una maggiore incidenza di
tumore del fegato in entrambi i generi riconducibile, in termini generali, a un
diffuso rischio chimico nei SIN.
Ma
non si tratta
solo di
tumori. Per esempio, nel SIN Basso bacino del fiume Chienti sono emersi eccessi per le
patologie del sistema urinario: in particolare le insufficienze renali, che inducono a ipotizzare un ruolo causale dei
solventi alogenati dell’industria calzaturiera. Sempre per le patologie renali è stato suggerito un approfondimento nel SIN di Taranto.
Nel SIN di Porto Torres (SS) si registrano eccessi in ambedue i sessi e per tutti gli esiti considerati per patologie come le
malattie respiratorie e il
tumore del polmone, per i quali si suggerisce un ruolo delle emissioni di raffinerie e poli petrolchimici. Per le stesse patologie, rilevate a Taranto, è stato suggerito un ruolo delle emissioni degli stabilimenti metallurgici.
Le raccomandazioniL’indicazione formulata, per tutti i SIN, è quella di
acquisire maggiori conoscenze sui contaminanti presenti nelle diverse matrici ambientali in modo da poter stimare meglio l’esposizione attuale e pregressa.
Per alcuni SIN, tra cui Brescia-Caffaro e Trento, si suggerisce l’utilità di avviare o proseguire programmi di
biomonitoraggio umano. Sono stati inoltre raccomandati programmi di
monitoraggio biologico relativi alla catena alimentare in sub-aree ben definite del Litorale Domizio-Flegreo e Agro-Aversano.
In alcuni SIN lo studio Sentieri fornisce dati che confermano la necessità di
non rinviare le azioni di bonifica. E’ il caso del già citato SIN di Brescia-Caffaro, ma anche del SIN di Biancavilla, dove gli eccessi riscontrati per mesoteliomi e tumori maligni della pleura in entrambi i sessi sono riconducibili a un’unica fonte di esposizione: una cava di materiale lapideo contenente la fluoro-edenite, una fibra asbestiforme di nuova identificazione.
In siti più complessi, come quello di Taranto, i risultati di Sentieri e l’insieme delle conoscenze disponibili attribuiscono un ruolo alle
esposizioni ambientali. A Taranto e in altri SIN per i quali le conoscenze sono ricche e solide è ora possibile prevedere procedure di
valutazione integrata dell’impatto ambientale e sanitario (VIIAS).
Per approfondirevai alla nostra pagina tematica
Ambiente e salute