Meno sale per prevenire le malattie croniche, soprattutto cardiovascolari: le iniziative in Europa e in Italia


immagine Ridurre il consumo di sale e prevenire le malattie cronicheARS SEGNALA - 22/04/2013
Le malattie croniche sono la causa principale di mortalità nel mondo: nei paesi a basso e medio reddito sono responsabili addirittura dell’80% delle morti totali. Per ridurre il peso crescente di queste malattie – ed in particolare di quelle cardiovascolari - una delle strategie raccomandate dall’OMS, efficace anche a livello di costi, è quella di ridurre nella popolazione generale l’assunzione di sale.

Il termine di uso comune “sale” indica il cloruro di sodio. Ridurre il consumo individuale di sale è uno dei modi più semplici per abbassare la pressione e, di conseguenza, i rischi di ictus, malattie cardiovascolari e renali.Abbassando la quantità di sale a meno di 5 g al giorno si riduce il rischio di ictus del 23% e quello di malattie cardiovascolari del 17%. A tutt’oggi la quantità giornaliera di sale assunta in Europa varia dagli 8 agli 11 g, ed è quindi molto più alta dei 5 g giornalieri raccomandati dall’OMS. La lotta alle malattie cardiovascolari è una delle priorità della politica europea sulla salute Health 2020: l’obiettivo di ridurre il consumo giornaliero di sale a meno di 5 g e quello di riuscire a ridurne l’assunzione del 30% entro il 2025 sono una grande sfida per i paesi europei.

Il report WHO Europe “Mapping salt reduction initiatives in the WHO European Region” presenta un quadro aggiornato delle iniziative promosse nei vari paesi europei proprio per ridurre il consumo di sale. Molti paesi hanno già avuto dei buoni risultati in termini di salute dopo aver adottato misure quali: la corretta etichettatura del cibo e dei prodotti alimentari; l’educazione dei consumatori; l’aggiornamento delle linee guida nazionali sulla dieta; gli accordi con i produttori del ramo alimentare per ridurre il contenuto di sale nei cibi confezionati.
 
Le iniziative per ridurre il consumo di sale in Italia
Gruppo di lavoro interdisciplinare per la riduzione del consumo di sale in Italia (GIRCSI)
Nel 2007 è nato il GIRCSI, con il coinvolgimento diretto di 8 società scientifiche nazionali. Questa iniziativa, condotta dal ministero della Salute, si basa sulla collaborazione da parte delle varie regioni italiane, delle industrie alimentari, dei canali di distribuzione e delle associazioni dei consumatori. Il gruppo di lavoro – costituito da medici, epidemiologi, membri delle associazioni dei panificatori – ha definito degli obiettivi precisi, fra cui: fissare degli standard come raccomandato dall’OMS; raggiungere degli accordi con le associazioni dei panificatori; ridurre il contenuto di sale nei prodotti che rappresentano i maggiori veicoli di consumo di sale per la popolazione. Il gruppo di lavoro ha anche lanciato diverse campagne informative sull’alimentazione in generale, sottolineando la necessità di ridurre il consumo di sale attraverso il programma nazionale Guadagnare salute – rendere facili le scelte salutari.

Programma MINISAL-GIRCSI
Nell’ambito dello stesso programma “Guadagnare salute” è stato avviato nel 2009 anche il programma MINISAL-GIRCSI, con il supporto del Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM) del ministero della Salute. Gli obiettivi primari di questo programma: valutare e monitorare il consumo abituale di sodio (ma anche di potassio e di iodio) nella popolazione adulta, nei bambini e nei soggetti ipertesi; valutare (anche su base regionale) il contenuto di sale nel pane (ad es. su un numero rappresentativo di campioni di pane prelevati in esercizi commerciali di 12 regioni italiane) e in altri prodotti da forno e articoli alimentari selezionati sul mercato. I dati preliminari dell’indagine MINISAL-GIRCSI, condotta attraverso l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare e la rete pediatrica della SIGENP sono stati  presentati proprio nei giorni scorsi dai tecnici del ministero della Salute. I dati rilevano che il consumo medio di sale pro capite degli italiani, sia adulti che giovani, è più del doppio di quello raccomandato dall’OMS (tra i più alti tra i paesi europei) ed è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alle stime fornite da precedenti osservazioni: 12 g al giorno negli uomini e 9 g al giorno nelle donne (con valori più elevati per le regioni del Sud). Inoltre i soggetti ipertesi consumano solo un 1 grammo al giorno in meno della media della popolazione, contrariamente alle raccomandazioni mediche che invitano gli ipertesi a ridurre decisamente il consumo di sale. Nei bambini il consumo di sale aumenta progressivamente con l’età attestandosi su valori elevati già all’età di 9 anni (8 grammi al giorno). L’indagine ha anche rilevato che il 72% delle persone mangiano 3 fette di pane al giorno, ed il 22% mangiano formaggio e carne più di 4 volte alla settimana.

Stimolare la consapevolezza della popolazione
Ogni anno a livello nazionale viene promossa la World Salt Awareness Week, la settimana mondiale della consapevolezza sul sale, lanciata ogni anno dall’organizzazione internazionale WASH e sostenuta in Italia dal GIRCSI, ed in particolare dalla Società italiana della nutrizione. All’interno di questa settimana della WASH e del World Hypertension Day, la giornata mondiale dell’ipertensione, vengono condotte iniziative educative per stimolare la consapevolezza e la responsabilità da parte dei consumatori e dei ristoratori.

Molta enfasi viene messa in Italia anche nella promozione di campagne di comunicazione realizzate appunto per aumentare la consapevolezza della popolazione sull’importanza di ridurre il consumo di sale nella dieta quotidiana. Sono stati fatti anche molti sforzi per coinvolgere i medici di famiglia, i pediatri, i medici specialisti nella promozione di stili di vita salutari.

Migliorare l’etichettatura dei prodotti
 Il GIRCSI ha promosso degli accordi con l’industria alimentare per migliorare l’etichettatura dei prodotti, incoraggiando le aziende a conformarsi alle richieste fatte pur mantenendo un’etichettatura comprensibile per il pubblico.

Coinvolgere l’industria alimentare
Nel 2009 è stato siglato un accordo ufficiale fra il ministro della Salute e le associazioni dei panificatori che impegnava i produttori a ridurre il contenuto di sale nel pane e negli altri prodotti da forno del 10-15% in 2 anni. Ulteriori riduzioni per i 2 anni ancora successivi  coinvolgono il settore della ristorazione (ristoranti, pub, bar, catene di fast food), con misure mirate a rendere più facilmente disponibili piatti e cibarie a basso contenuto di sale.

Monitorare e valutare
Sempre nell’ambito dell’indagine MINISAL-GIRCSI è stato selezionato un campione rappresentativo della popolazione su base regionale di cui sono stati raccolti, attraverso un questionario, dati demografici, antropometrici e nutrizionali nonché informazioni sulle abitudini al consumo di sale. I soggetti partecipanti all’indagine sono stati inoltre sottoposti ad esami strumentali per valutare lo stato di salute. Nell’ambito dei vari esami, sono state raccolte le urine delle 24 ore per valutare l’eliminazione di sodio, potassio, iodio e creatinina, indicatori validati del consumo di sale alimentare, del consumo di frutta e verdura e dell’introito di iodio. E’ stato programmato di ripetere queste attività di monitoraggio su base regolare in modo da poter valutare l’efficacia delle misure adottate.


Per approfondire