Lo stato della salute mentale nella popolazione toscana

a cura di: S. Olivadoti, C. Milli, M. Pacifici, F. Voller


10/10/2024
I disturbi mentali rappresentano una delle principali fonti di sofferenza e disabilità nel mondo e sono in progressivo aumento. Secondo l’Oms, quasi 1 miliardo di persone nel mondo vive con almeno un disturbo mentale (una persona su dieci a livello globale). Si stima, inoltre, che la pandemia abbia incrementato di oltre il 25% i disturbi. 

Indice

Giornata mondiale della salute mentale
La salute mentale della popolazione adulta
Salute mentale nell’infanzia
La salute mentale nella popolazione toscana:
• Popolazione adolescenziale toscana
• Popolazione adulta toscana
 Popolazione anziana toscana
Sensibilizzazione e iniziative nella regione Toscana
Fonti bibliografiche    


Giornata mondiale della salute mentale

Il tasso di persone colpite da disturbi mentali è sempre più in aumento a livello globale e la loro stigmatizzazione e discriminazione continuano a essere un ostacolo all’inclusione e all’accesso alle cure adeguate.

Secondo la definizione dell’OMS la salute mentale è uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che nel mondo quasi un miliardo di persone convive con un disturbo mentale e che ogni 40 secondi nel mondo una persona si suicida. Il peso globale dei disturbi mentali continua a crescere con un conseguente impatto sulla salute e sui principali aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo.

La Giornata internazionale della salute mentale si celebra il 10 ottobre di ogni anno. Per le Nazioni Unite il benessere e la salute mentale personale sono una priorità in ogni momento. Il tema scelto per l’edizione 2024 è “Salute mentale sul posto di lavoro” (Mental health at work).

Le persone trascorrono più tempo a lavorare che a svolgere qualsiasi altra attività. Il lavoro rappresenta il sostentamento di ogni persona, ma anche uno scopo e una realizzazione della propria vita. Tuttavia, per troppe persone, il lavoro anziché migliorare la vita, riduce la salute mentale e il benessere, procurando un’eccessiva angoscia e condizione di sofferenza mentale.

I problemi di salute mentale, come la depressione e l’ansia, sono molto diffusi negli ambiti lavorativi a livello globale e incidono negativamente sulla produttività, sulle presenze e sul rendimento complessivo. I dati dimostrano costantemente che dare priorità alla salute mentale sul posto di lavoro fa bene alle persone, alle aziende e alle comunità. Il messaggio lanciato dall’OMS è sostenere la salute mentale sul posto di lavoro e costruire pratiche per creare le condizioni in cui i lavoratori possano contribuire in modo produttivo e prosperare.

I disturbi mentali, che comprendono i disturbi psicotici (come la schizofrenia, il disturbo schizofreniforme, il disturbo schizoaffettivo, il disturbo delirante), i disturbi dell’umore (come il disturbo bipolare I e la depressione maggiore), disturbi d’ansia, anoressia e bulimia nervose, disturbi da abuso di sostanze e di alcol, costituiscono un importante problema di sanità pubblica. Si presentano infatti in tutte le classi d’età, sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari, e sono all'origine di elevati costi sociali ed economici per le persone colpite e per le loro famiglie.

torna all'indice 

La salute mentale della popolazione adulta

Gli ultimi anni hanno contribuito alla creazione di un’atmosfera di instabilità e incertezza senza precedenti, segnando profondamente lo stato della salute mentale della popolazione in Italia e in Europa.

È fondamentale portare all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini il tema della salute mentale e delle conseguenze che ha sulla società e sull’economia.
In Europa, i disturbi mentali e comportamentali e i suicidi pesano per il 4,8% sul totale dei decessi. L’Italia occupa il 12° posto, subito dopo la Spagna, per numero di decessi. Nel corso del 2020, le morti causate da disordini mentali e comportamentali hanno superato le 250.000 unità. Di questi, oltre 52.000 sono per suicidio, che risulta la 4° causa di morte nella popolazione di età inferiore ai 20 anni: Grecia, Cipro, Malta e Italia quelli con il tasso più basso.

Anche le condizioni abitative sfavorevoli hanno un’associazione diretta con la salute mentale: le persone che vivono in contesti sovraffollati hanno maggiori probabilità di sviluppare un disordine mentale, tra cui disagio psicologico e depressione: in Italia, circa il 20% della popolazione vive in condizioni precarie.

Il Rapporto annuale del ministero della Salute sulla salute mentale indica che nel 2022 le persone psichiatriche assistite dai servizi specialistici in Italia sono state 776.829, circa 154,2 ogni 10mila abitanti adulti. Gli utenti sono di sesso femminile nel 54% dei casi. In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni e al di sopra dei 75 anni, mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni. Le patologie più frequenti sono per le donne la depressione (43,2 per 10mila abitanti), i disturbi affettivi e nevrotici; per gli uomini i disturbi schizofrenici, quelli legati da abuso di sostanze e al ritardo mentale.

L’Italia si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale destinandovi circa il 3,4% della spesa sanitaria.

torna all'indice 

Salute mentale nell’infanzia

La salute mentale è alla base della capacità umana di pensare, provare sensazioni, imparare, lavorare, instaurare relazioni profonde. La prevenzione, promozione e cura della salute mentale è una delle principali priorità dell’Unicef nei paesi in cui opera, compresa l’Italia, ed è tutelata all’art. 24 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

La metà di tutti i disturbi mentali iniziano intorno ai 14 anni, ma la maggior parte dei casi non viene diagnosticata né trattata. Un mix di genetica, fattori ambientali, tra cui il ruolo dei genitori, ed esposizione a esperienze negative come violenza, discriminazione e povertà, influenzano la salute mentale dei bambini. D'altro canto è dimostrato che fattori protettivi come ricevere cure amorevoli, crescere con ambienti scolastici sicuri e relazioni positive, contribuiscono a ridurre il rischio di disturbi mentali.

Secondo l'ultimo rapporto Unicef La condizione dell’infanzia nel mondo - Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani a livello globale 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze.

L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. In alcuni casi il disagio è tale da lasciare i giovani con la sensazione di non avere alternative: il suicidio è, nel mondo, una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni ma in Europa occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali.

Si calcola che almeno la metà dei disturbi mentali esordisca prima dei 15 anni e l’80% di essi si manifesti prima dei 18 anni, in alcuni casi diventando un problema permanente per tutta la vita di una persona. È ben noto, inoltre, come un sano percorso di crescita psicofisica dipenda anche dal supporto del sistema scolastico, proprio quello che è mancato negli anni dell’emergenza pandemica. È per questo che non deve stupire che l’adolescenza sia stata così colpita dagli eventi degli ultimi anni.

Tra i problemi di salute mentale più comunemente riscontrati tra gli adolescenti, ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%). Sempre in tema di crescita e apprendimento, emerge anche come ansia e depressione influenzino negativamente il rendimento scolastico, fino a portare all’abbandono degli studi, in alcuni casi.

La parte di popolazione che più ha risentito degli effetti della pandemia e degli eventi degli ultimi 3 anni sono stati, appunto, gli adolescenti: ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%) sono i problemi di salute mentale più comunemente riscontrati. Secondo il Rapporto Unicef, l’insorgenza di condizioni di salute mentale come depressione e ansia è collegata anche ad una diminuzione del rendimento scolastico e spesso induce i giovani ad abbandonare gli studi. In media, in tutta l’UE, gli studenti che manifestano un disagio mentale hanno il 24% di probabilità in più di ripetere un esame.

L’infanzia è un momento chiave nel percorso di vita e crescita di una persona e il sistema scolastico rappresenta uno strumento importante nello sviluppo di una buona salute mentale per bambini e adolescenti.

torna all'indice 


La salute mentale nella popolazione toscana

La salute mentale rappresenta una componente integrante della salute e del benessere di ogni individuo e della società in cui vive. Monitorarne l’andamento rappresenta uno fra i principali indicatori in grado di rappresentare lo stato di salute di una popolazione.

Monitorare il fenomeno però non è facile e non sempre si ottiene il dato completo. Infatti, se i dati provenienti dai flussi amministrativi ci forniscono il numero di coloro che ha fatto almeno un accesso al Sistema sanitario regionale, una quota molto più ampia si rivolge ai professionisti privati, sottraendosi dal calcolo complessivo del fenomeno. Per cercare di colmare questo gap, vengono svolti periodicamente studi epidemiologici di popolazione che, attraverso la somministrazione di scale cliniche validate a campioni rappresentativi di popolazione residente, sono in grado di fornire informazioni circa la reale diffusione di questi disturbi.

I processi fisiologici e psichici che caratterizzano le diverse fasi della vita impongono una particolare attenzione quando parliamo di salute mentale e delle possibili conseguenze derivanti da eventi esterni. Vediamo, quindi, com’è la salute mentale nelle diverse fasce della popolazione.

torna all'indice 

Popolazione adolescenziale toscana

Fra gli studi di popolazione che indagano il benessere psicologico degli adolescenti 11-15 anni c’è l'HBSC (Health Behaviour in School-aged Children). L’indagine del 2022 per l’Italia rileva che il livello di benessere psicologico definito “buono” dalla scala WHO-5 tende a ridursi progressivamente all’aumentare dell’età. Soltanto il 32% delle ragazze di 15 anni ha raggiunto il livello buono, rispetto al 64% dei maschi della stessa età.

In Toscana, emerge che, indipendentemente dall’età, il 20,3% dei ragazzi (11-15 anni) si sente quotidianamente giù di morale, il 18,5% irritabile e il 23,5% nervoso. Le ragazze registrano tali sentimenti in modo più marcato rispetto ai coetanei maschi. Questi dati rendono evidente la diffusione di una condizione di “malessere” quotidiano.

Figura 1. Frequenza di coloro che dichiarano di sentirsi giù, irritabile o nervoso, per genere. Fonte: HBSC Toscana, 2022.

fig1 approf 10ottobre
Lo studio EDIT, che indaga una popolazione giovanile leggermente più grande (14-19 anni), utilizza la Kessler Psychological Distress Scale per valutare il distress psicologico, cioè la condizione di tristezza, ansietà, frustrazione e stati negativi dell’umore percepito nel corso degli ultimi 30 giorni.

Il trend 2008-2022 mostra con chiarezza il progressivo incremento avvenuto nel corso degli anni, con valori di elevato distress che passano dal 18,4% al 36,2%.

Figura 2. Distribuzione (%) dell’elevato livello di distress per genere. Fonte: Edit, 2008-2022
fig2 approf 10ottobre
Il dato del 2022 dimostra chiaramente il malessere psicologico registrato dagli adolescenti toscani durante la pandemia, con un +14,7% rispetto al 2018. L’analisi per genere indica le ragazze come coloro che in misura maggiore hanno vissuto questi sentimenti con un incremento, rispetto al 2018, di oltre 20 punti percentuali (2018: 32,3%; 2022: 52,7%).

L’andamento per età mostra una certa stabilità nel genere femminile (ad eccezione delle 14enni) mentre fra i maschi il disagio psicologico mostra valori più elevati nelle classi di età più avanzate (17-18enni).

Tabella 1. Distribuzione (%) dell’elevato livello di distress per età e genere. Fonte: Edit, 2022.
tab1 approf 10ott
L’analisi per Azienda Usl indica un’informità territoriale con un incremento del malessere giovanile diffuso in tutta la regione.

Figura 3. Distribuzione % dell’elevato livello di distress per AUSL. Fonte: Edit, 2022.
fig3 approf 10ottobre
Come ultima domanda è stato chiesto al campione intervistato se in questo momento sentiva il bisogno di avere un supporto psicologo/psichiatrico. Escludendo la parte di rispondenti che già era seguita, il 19,2% ha espresso questa necessità. In particolare, fra coloro con elevato livello distress, la necessità di rivolgersi ad uno/a specialista della salute mentale è stata espressa dal 38,1% dei ragazzi e delle ragazze.

Indipendentemente dal livello di distress, gli stati d’animo che le ragazze e i ragazzi riferiscono di aver vissuto nel corso degli ultimi 30 giorni sono soprattutto il nervosismo (96,3% dei casi), una condizione di agitazione e irrequietezza (90% dei casi), la percezione che ogni cosa rappresenti uno sforzo (77,1% dei casi) o senza speranza (67,4% dei casi). Come rilevato anche da HBSC con i ragazzi più piccoli, le ragazze presentano valori più elevati in tutti gli stati d’animo presi in esame.

Analizzando i dati provenienti dai servizi territoriali, nel 2021, ogni 1000 bambini di età ≤ 13 anni, 45 hanno fatto almeno un accesso nel corso dell’anno (n=18.678), i maschi costituiscono il 64,7% degli utenti ≤ 13 anni. Le principali cause di accesso riguardano nei bambini 0-5 anni i disturbi dell’eloquio e del linguaggio (57,9%), disturbi evolutivi globali (22,4%), nella fascia d’età 6-10 anni i disturbi dell’eloquio e del linguaggio (37,6%), seguono i disturbi evolutivi delle abilità scolastiche (20,3%). Questi ultimi rappresentano il primo gruppo diagnostico con il 34% delle diagnosi inserite per i ragazzi 11-13 anni.

Anche per la popolazione adolescenziale la principale diagnosi di accesso continua ad essere quella dovuta ai disturbi evolutivi delle abilità scolastiche (22,6%), seguita dal ritardo mentale lieve (11,6%) e dal disturbo d’ansia (7,2%). Va però segnalato che, rispetto al 2019, il dato 2021 mostra una riduzione del tasso di accesso con 44,5 soggetti per 1000 residenti che hanno fatto almeno un accesso, contro il 56,5*1000 registrato nel 2019. Non si registrano significative differenze per genere.

Il ricorso alle cure di PS per problemi legati alla salute mentale ha registrato una lieve flessione. Fra i più piccoli, ≤13 anni, la quota di popolazione che ha fatto almeno 1 accesso al PS è passata da 2,1*1.000 del 2019 a 1,8*1.000 del 2022, mentre fra gli adolescenti si è passati da 8,6*1.000 residenti del 2019 a 8,1*1.000 del 2022. Le principali cause di accesso per i più piccoli sono il disturbo nevrotico (31,1%) e il disturbo delle emozioni specifiche dell’infanzia (21%) mentre fra gli adolescenti sono i disturbi nevrotici (47,5% delle diagnosi) seguiti dalle psicosi non organiche (18,5%).

A differenza degli accessi al PS i ricoveri ospedalieri, nonostante la forte contrazione dell’attività avvenuta nel 2020, non hanno subito una flessione significativa, infatti, per i minori di 13 anni sono passati dal 3,9*1.000 nel 2012 al 5,9*1.000 nel 2022. La causa principale è la sindrome ipercinetica dell’infanzia. Tra gli adolescenti il trend mostra un deciso aumento proprio in concomitanza con la pandemia, principalmente tra le ragazze, che nel 2022 registrano tassi doppi rispetto al 2019 e rispetto ai maschi. Le principali cause di ricovero continuano ad essere il disturbo bipolare (2,6*1.000 ab.), i disturbi specifici dell’infanzia (2,5*1.000 ab.) e i disturbi di personalità (1,5*1.000 ab.).

Al 1 gennaio 2022 risultavano residenti in Toscana 168.091 persone di età compresa fra 14 e 18 anni, 60.848 (36,2%) potrebbero vivere una condizione di malessere psicologico (distress elevato).

torna all'indice 

Popolazione adulta toscana

In Toscana, il più recente studio di popolazione finalizzato ad indagare la diffusione del disturbo mentale, è stato svolto nel 2020 da ARS in collaborazione con le tre principali Università toscane (Silvestri, 2023).

La ricerca, rivolta ad un campione rappresentativo di popolazione adulta (≥18 anni) residente, ha rilevato che il 28,5% dei soggetti coinvolti aveva sofferto di almeno un disturbo mentale nel corso della propria vita mentre il 15,6% ne soffriva in quel momento o ne aveva sofferto nel corso dell’ultimo anno (prevalenza puntuale). Questo risultato, confrontato con quanto rilevato in studi precedenti svolti sul territorio regionale, conferma come, anche nella popolazione adulta, vi sia stato un progressivo incremento del disturbo psichico.

Lo studio PASSI indaga il numero di giorni vissuti in cattiva salute psicologica e fisica. Nel biennio 2021-2022 ogni intervistato toscano ha dichiarato di aver vissuto in media 2,5 giorni in cattive condizioni di salute psicologica per problemi emotivi, ansia, depressione o stress (la media italiana è di 2,8 giorni). Inoltre, il 5% degli intervistati dichiara sintomi depressivi, di questi il 65% ricorre all’aiuto di qualcuno.

Per quanto riguarda il consumo di farmaci antidepressivi la Toscana rappresenta la regione italiana con il più alto consumo di antidepressivi (AIFA, 2022). Nel corso degli ultimi 10 anni i valori si sono mantenuti pressoché stabili con una prevalenza totale che varia da 2,8% a 3%. Il maggior utilizzo da parte del sesso femminile è da associarsi non soltanto ad un maggior numero di diagnosi ma anche ad un più elevato riconoscimento della sintomatologia e aderenza al trattamento da parte di queste ultime.

Figura 4. Prevalenza (%) di residenti in Toscana che hanno ricevuto almeno 6 erogazioni di farmaci antidepressivi nell’anno – Toscana, 2012-2022 – Fonte: ARS,2023.
fig4 approf 10ottobre
L’accesso ai servizi di salute mentale territoriali mostra, invece, una diminuzione. Nel 2021, sono state 31.250 le persone di età compresa fra i 20 ed i 64 anni che hanno fatto almeno un accesso rispetto alle 37.749 registrate nel 2019. Anche in questo caso, il sesso femminile è più rappresentato (maschi: 13,4*1.000 ab.; femmine: 16*1.000 ab.). Le diagnosi principali sono i disturbi nevrotici, seguiti dalle psicosi affettive, le psicosi schizofreniche e le reazioni di adattamento. Ad eccezione delle psicosi schizofreniche, in tutte le altre diagnosi i valori maggiori sono registrati nel sesso femminile (disturbi nevrotici: maschio 1,8; femmina 3,2 *1.000 ab.; psicosi affettive: maschio 2,1; femmina 2,9*1.000 ab.; reazioni di adattamento: maschio 0,7; femmina 1,4*1.000 ab.).

Per quanto riguarda l’accesso in PS, nel 2022 fra i residenti toscani (20-64 anni) il 5,9*1.000 ab. ha fatto almeno un accesso per cause psichiatriche, con valori lievemente superiori fra le donne. In entrambi i sessi, le principali diagnosi sono i disturbi nevrotici (3,4*1.000 ab.) e i disturbi psicotici non organici (1,6*1.000 ab.).

Nei ricoveri ospedalieri, dopo la flessione registrata negli anni 2019-2020, si osserva una lenta ripresa del ricorso al trattamento in regime di ricovero con valori che nel 2022 tendono a riallinearsi (erano 3,5*1.000 nel 2019 e sono stati 3,1*1.000 nel 2022). In questa fascia d’età le principali cause di ricovero continuano ad essere il disturbo bipolare (1,2*1.000 ab.) e le psicosi schizofreniche (0,8*1.000 ab.). Il confronto fra i due sessi vede le donne più interessate dal disturbo bipolare, mentre negli uomini la prima causa di ricovero sono le psicosi schizofreniche.

Un altro indicatore che ci permette di avere un quadro sulla salute mentale delle persone è la mortalità per suicidio. L’associazione tra disturbo psicotico e comportamento suicidario è ampiamente riconosciuta. Un numero elevato di suicidi si verifica anche in apparente assenza di diagnosi psichiatrica ma in presenza di particolari problemi economici, relazionali o di salute. La disoccupazione, la variazione del reddito e i debiti delle famiglie sono considerati fattori che possono contribuire all’aumento del suicidio. Tuttavia la multifattorialità del fenomeno suicidario, rende difficile stimare il rischio attribuibile ad ogni singolo fattore, suggerendo cautela nell’interpretazione causale dei dati. Il suicidio è un fenomeno che interessa prevalentemente il genere maschile.

In Toscana i dati sulla mortalità per causa sono raccolti dal Registro mortalità regionale, l’ultimo dato disponibile sul suicidio è del biennio 2018-2020 e in questo lasso di tempo, in Toscana si sono verificati 820 suicidi, di cui 641 erano uomini.

Tabella 2. Mortalità per suicidio, per genere. Periodo 2018-2020. Fonte: ISPO Registro Mortalità Regionale
tab2 approf 10ott
torna all'indice 

Popolazione anziana toscana

Secondo quanto rilevato dall’indagine Passi d’argento 2021-2022, il 9,5% della popolazione ultra64enne ha sperimentato sintomi depressivi durante le precedenti due settimane prima dell’intervista con un trend in diminuzione rispetto alle annualità precedenti.

La Toscana, con il 3,5% degli anziani con sintomi di umore depresso (circa 23mila), è la regione d’Italia con il valore più basso (maschi: 1,7%; femmine: 4,8%). Si tratta di persone che dichiarano di avere episodi frequenti in cui provano poco interesse nel fare le solite attività o in cui si sentono giù di morale, abbattuti o senza speranze. In questo caso occorre precisare che non si tratta di una diagnosi accertata di depressione, ma di una definizione basata sulla sintomatologia sopra descritta, ovvero se l’anziano ha dichiarato di aver avuto problemi di umore per almeno 12 degli ultimi 14 giorni.

Analizzando i dati provenienti dai servizi di salute mentale territoriali emerge una riduzione degli utenti che hanno fatto almeno un accesso nel corso dell’anno. Le diagnosi principali sono le psicosi affettive, i disturbi nevrotici e le reazioni di adattamento. In tutte e tre le categorie diagnostiche le femmine presentano le prevalenze maggiori.

Il ricorso alle cure di pronto soccorso con diagnosi psichiatrica, anche fra gli anziani, rivela un trend in diminuzione e dal 2021 si registra una lieve ripresa. Le principali diagnosi psichiatriche di accesso sono gli stati psicotici organici senili e presenili e gli stati psicotici organici. Elevato anche l’accesso con diagnosi di disturbo nevrotico che, nel 2022, ha interessato 1.580 persone. In questa fascia d’età non si osservano significative differenze fra i due sessi.

Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri va fatta una precisazione. In questo caso dobbiamo tener presente che, trattandosi di una popolazione affetta, in molti casi, da più patologie, il ricorso al ricovero ospedaliero per causa psichiatrica, come diagnosi principale, risulta meno rappresentato. Nel corso degli ultimi 10 anni, nella popolazione di età ≥65 anni il tasso di ricovero per causa psichiatrica è passato da 2,4*1.000 a 1,8*1.000 ab. della stessa fascia d’età. In questo caso la differenza fra i due sessi tende a ridursi uniformandosi su valori sovrapponibili. Le principali cause di ricovero sono le psicosi organiche, seguite dal disturbo bipolare e le psicosi schizofreniche.

Per quanto riguarda l’uso dei farmaci antidepressivi sono il 10,6% degli over 65 anni con almeno 6 prescrizioni nell’anno. Questo tipo di farmaci risultano molto utilizzati nei casi di deterioramento cognitivo. Il trend 2012-2022 mostra un lieve incremento attribuibile soprattutto al sesso femminile che si conferma il maggior utilizzatore.

Figura 5. Percentuale di popolazione di età >65 anni residente in Toscana con almeno 6 prescrizioni di farmaci antidepressivi nell’anno – anni 2012-2022. Fonte: ARS, 2023.
fig5 approf 10ottobre
torna all'indice 

Sensibilizzazione e iniziative nella regione Toscana

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, il Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, chiede a tutte le amministrazioni pubbliche italiane di illuminare di verde edifici e monumenti simbolo nelle notti del 9, 10 e 11 ottobre.

L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sui problemi inerenti il disagio mentale, che è in continuo aumento tra tutte le fasce della popolazione (mentre i servizi sono sempre più carenti), e di favorire la promozione del benessere psicofisico, bene prezioso per tutti.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di richiamare l’attenzione nei confronti di una vera e propria emergenza sociale, in un momento particolarmente delicato come quello attuale.
Nella città di Lucca, le istituzioni e gli enti locali territoriali, in collaborazione con il Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, organizzano una marcia non competitiva con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sui problemi inerenti il disagio mentale e favorire il benessere psicofisico.
Sempre nella città di Lucca, la mattina del 10 ottobre alle 9.00 presso il cinema Moderno si terrà un incontro con gli studenti sul tema della salute mentale e sull’importanza della cura della mente e non solo del corpo. Durante la manifestazione ci saranno momenti di intrattenimento con musiche e coreografie.
A Pisa si terrà la giornata di studio “La salute mentale diritto universale”, in collaborazione con la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, e una marcia per il benessere psicofisico.
A Prato si svolgerà l’iniziativa “La musica per il benessere mentale”, organizzata dalle associazioni Diapsigra, Pangea, Polisportiva Aurora, Linguaggi, con la partecipazione dei ragazzi delle scuole medie superiori.

torna all'indice 

Fonti bibliografiche

torna all'indice 

A cura di:

» Simona OlivadotiCaterina Milli, Martina Pacifici, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana