Interruzione volontaria di gravidanza in Toscana

A cura di: M. Pacifici, M. Puglia, F. Voller


20/8/2024
Grazie agli sforzi fatti in questi anni per aiutare a prevenire le gravidanze indesiderate e a diffondere l’informazione sulla procreazione responsabile, in particolare dai consultori familiari verso la popolazione immigrata o minorenne, anche con l’accesso alla contraccezione, gratuita dal 2018 (delibere regionali n. 1251/2018 e 394/2019), il fenomeno delle IVG è in diminuzione in Toscana, così come in Italia. Durante la pandemia da Covid-19, l’IVG è stata inserita da Decreto ministeriale tra le procedure “indifferibili” e quindi garantite anche durante lo stato di emergenza.

Tabella 1. Interruzioni volontarie di gravidanza per cittadinanza della donna - Toscana, periodo 2000-2023. Fonte: flusso D12
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Alla diminuzione delle IVG ha contribuito sicuramente anche l’opportunità per le donne di fornirsi in farmacia di farmaci per la contraccezione d’emergenza (Uliprsal Acetato- “pillola dei 5 giorni dopo” e il Levonorgestrel – “pillola del giorno dopo”) senza ricetta medica. In Toscana, sta contribuendo a questa riduzione anche la contraccezione gratuita che viene offerta nei consultori ai giovani dai 14 ai 25 anni, agli adulti tra i 26 e i 45 anni in alcune condizioni (ad esempio disoccupati e con familiari a carico) e alle donne tra i 26 e i 45 anni, entro 12 mesi dal parto o entro 24 mesi dall'interruzione della gravidanza.

Il tasso di abortività in Italia è fra i più bassi tra quelli dei paesi occidentali. Anche in Toscana, pur con un tasso di abortività di 6,4 per 1.000 (Figura 1) che si mantiene sempre superiore alla media nazionale (5,3 per 1.000 nel 2021, ultimo dato nazionale disponibile1), si ha un trend in decremento. Nel 2023 si sono registrate 4.434 IVG (Tabella 1), 90 in più rispetto al 2022 ma va specificato che, dal 2020, quest’ultimo dato non risente delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 e della riduzione delle interazioni sociali, oltre che del minor numero di interventi da parte di donne straniere, ma comunque in riduzione del 7,4% rispetto al 2020 e del 34,0% rispetto al 2013. I tassi di abortività delle italiane e delle straniere rimangono stabili rispetto all’anno 2022 (Figura 1), ma comunque inferiori rispetto ai tassi del 2020, quando erano pari a 4,9 per le italiane e 15,3 per le straniere ogni 1.000 donne residenti in età fertile.

Figura 1. Tasso di abortività volontaria (IVG su 1. 000 donne 15-49 anni) per cittadinanza della donna. Toscana. Anni 2013-2023. Fonte: flusso D12

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Le donne straniere sono una popolazione a maggior rischio di abortire volontariamente rispetto alle italiane ed hanno una maggior tendenza a ripetere l’IVG anche a distanza di pochi anni l’una dall’altra, soprattutto per alcune nazionalità. Circa il 36,6% delle IVG che avvengono in Toscana riguarda le donne immigrate, che seguono comportamenti differenti per nazionalità e cultura di provenienza anche a causa dei diversi approcci ed accessi alla procreazione responsabile e all’IVG nei paesi di origine. Il tasso di abortività delle donne straniere è quasi 3 volte superiore a quello delle italiane (13,7 per 1.000 rispetto a 4,8 per 1.000), tuttavia il trend negli anni risulta in diminuzione con una riduzione di circa 10 punti percentuali rispetto al 2013, ad indicare una sempre maggiore integrazione delle donne straniere ed una modifica nei comportamenti relativi alle scelte di procreazione responsabile, anche grazie ai numerosi interventi di prevenzione delle gravidanze indesiderate e sulla contraccezione consapevole.

Il confronto nel tempo conferma il trend in diminuzione dei tassi di abortività per tutti i gruppi di età (Figura 2). Si sottolinea che il leggero aumento del tasso di abortività che si è verificato nel 2023 rispetto al 2022 per le ragazze nella fascia di età 15-24 (2023: 6,6 per 1.000; 2022: 6,1 per 1.000) arriva, come già anticipato, dopo la fine delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 e della riduzione delle interazioni sociali. Il tasso di abortività per le under 24 nel 2023 è comunque in linea con quello del 2020 (rispettivamente 6,6 per 1.000 e 6,5 per 1.000).

Figura 2. Tasso di abortività volontaria (IVG su 1. 000 donne 15-49 anni) per classi di età della donna. Toscana. Anni 2013-2023. Fonte: flusso D12
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In Toscana le IVG vengono effettuate in 28 strutture pubbliche di riferimento (Tabella 2). Nessuna struttura privata è stata accreditata per l’effettuazione della prestazione.

Tabella 2: Strutture pubbliche che effettuano IVG per Area Vasta. Anno 2023

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Da più di 10 anni è stato autorizzato anche in Italia l’aborto farmacologico con Mifepristone (RU486) e/o prostaglandine in alternativa all’aborto chirurgico, così come presente in altri paesi e come raccomandato per gli aborti precoci nelle linee guide OMS e internazionali 2,3 Per tutelare la salute e i diritti delle donne anche in piena emergenza Coronavirus, le società scientifiche di ginecologia e ostetricia hanno incoraggiato l’utilizzo dell’aborto farmacologico che si svolge sostanzialmente con modalità ambulatoriale evitando l'accesso alla sala operatoria. La quota percentuale di IVG farmacologica sul totale delle IVG è in aumento negli anni (Figura 3) ed in Toscana è utilizzata nel 63,6% dei casi (con proporzioni superiori al 80% in alcuni presidi ospedalieri), valore più alto della media italiana (48,3% nel 2021, ultimo dato disponibile).

Figura 3. Percentuale di IVG farmacologica. Toscana. Anni 2013-2023. Fonte: flusso D12
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Con la delibera n 827 del 29/06/2020 la Regione Toscana ha approvato il “Protocollo operativo per l’Interruzione Volontaria di Gravidanza farmacologica”, per garantire sul territorio regionale l’offerta dell’IVG farmacologica come prestazione ambulatoriale anche presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali ed autorizzati dalla Regione. Tra la fine del 2020 e nel corso del 2021 le aziende si sono organizzate per somministrare l’IVG farmacologica in ambito ambulatoriale. Nel 2023 il 96,3% delle IVG farmacologiche sono state effettuate in regime ambulatoriale (Tabella 3), in aumento rispetto al 2022 quando tale proporzione era del 93,6%.

In caso di IVG chirurgica, l’intervento nel 2023 e stato eseguito nel 37,7% dei casi in anestesia totale, ma negli ultimi anni si sta diffondendo l’utilizzo della sedazione profonda e dell’anestesia locale, pratica più raccomandata a livello internazionale poiché minimizza i rischi per la salute della donna e presenta un impegno minore del personale sanitario e delle infrastrutture (quindi anche costi inferiori).
Negli anni è diminuito il tempo di attesa tra il rilascio della certificazione e l’intervento, indicatore di efficienza del servizio, ed anche probabilmente almeno in parte dovuto all’aumento dell’utilizzo della tecnica farmacologica che viene usata in epoca gestazionale precoce. La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento è aumentata negli anni, passando dal 60,3% del 2013 all’83,8% nel 2023. È di conseguenza diminuita la percentuale di donne che attendono oltre 14 giorni. Con questa percentuale la Toscana rivela tempistiche migliori rispetto alla media nazionale: in Italia nel 2021 la percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento era pari al 78,4%.

Tabella 3: Tipo di intervento per punto IVG di riferimento. Toscana. Anno 2023. Fonte: flusso D12
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*100 delle 160 IVG che fanno riferimento all'ospedale S. Giuseppe di Empoli sono state effettuate in regime ambulatoriale presso la Casa della Salute S. Miniato (dato da fonte SPA)

Nelle strutture ospedaliere della Toscana che praticano IVG la proporzione dell’obiezione di coscienza riguarda meno della metà dei ginecologi (46,3%, indicatore calcolato secondo i criteri ministeriali), percentuale in diminuzione negli anni ma con una grande variabilità tra i diversi presidi (Tabella 4). Tuttavia la proporzione toscana è nettamente più bassa rispetto al 63,6% rilevato in Italia nel 2021 e in diminuzione negli anni. Il carico di lavoro (numero medio settimanale di IVG effettuate da ogni ginecologo non obiettore – considerando 44 settimane lavorative annuali) dei ginecologi non obiettori che lavorano nei presidi sanitari che effettuano IVG è di 0,54 IVG a settimana (Tabella 5) e risulta molto inferiore rispetto al carico di lavoro medio nazionale del 2021 (0,9). Il numero globale dei ginecologi che non esercita il diritto all’obiezione di coscienza è quindi congruo con il numero di interventi di IVG e non emerge quindi un problema che rappresenti un ostacolo alla piena applicazione della legge 194/78.

Tabella 4: Percentuale di obiezione per ASL/AOU e anno. Anno 2017-2023. Fonte: Verifica attuazione Legge 194/78. Rilevazione obiezione di coscienza
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Tabella 5: Carico di lavoro settimanale medio per IVG per ginecologo non obiettore (considerando 44 settimane lavorative all’anno). Anno 2023. Fonte: Verifica attuazione Legge 194/78. Rilevazione obiezione di coscienza
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* IVG totalmente o prevalentemente farmacologiche


A cura di:
Martina Pacifici, Monia Puglia, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana

Note bibliografiche
  1. Relazione del Ministero della salute sull’attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)
  2. WHO. Safe abortion: tecnical and policy guidance for health systems 
  3. WHO Task Force on Post-ovulatory Methods of Fertility Regulation. Comparison of two doses of mifepristone in combination with misoprostol for early medical abortion: a randomised trial. British Journal of Obstetrics and Gynaecology 2000;107:524–530.





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