ARS NEWS - 10/10/2013
Nel mondo più di 450 milioni di persone soffrono di disordini mentali (dati OMS del 2010) ed il numero di coloro che lamentano disturbi di natura mentale è di gran lunga superiore. Per incrementare la consapevolezza e stimolare interventi adeguati a livello globale, ogni anno il 10 ottobre si celebra la
Giornata mondiale per la salute mentale (World Health Mental Day), promossa dalla Federazione mondiale per la salute mentale (World Federation of Mental Health - WFMH) con il supporto dell’Organizzazione mondiale di sanità (OMS).Quest’anno, con il tema “Mental health and older adults”, il focus della giornata è sulla
salute mentale nella popolazione più anziana, sempre più numerosa in tutto il mondo. Oggi sono più di 800 milioni gli ultra60enni a livello mondiale, e nel 2050 si stima che superino i 2 miliardi di persone.
La salute mentale negli anziani: strategie di azioneLa
salute mentale negli
anziani può senz’altro essere migliorata promuovendo un
invecchiamento sano e attivo. Partecipare ad attività rilevanti, avere forti relazioni personali ed una buona salute sono fattori-chiave negli anziani per mantenere anche una buona salute mentale. Promuovere stili di vita salutari per l’intero corso della vita – cioè praticare fin dalla più giovane età attività fisica e mantenere una buona attività mentale, evitare fumo e abuso di alcol, identificare per tempo e trattare adeguatamente le malattie non comunicabili – può senz’altro contribuire ad una migliore salute mentale nella popolazione più anziana.
I
programmi dell’
OMS per un
invecchiamento sano e attivo hanno fornito a livello globale un
piano di azione. L’OMS riconosce la demenza come una priorità di salute pubblica (nel mondo se sono affetti oggi 35,6 milioni di persone, numero destinato a raddoppiare entro il 2030 e addirittura a triplicare entro il 2050) e supporta i governi nella promozione della salute mentale negli anziani, soprattutto nei paesi a basso-medio reddito. Il programma-bandiera dell’OMS, il
Mental Health Gap Action Programme (MhGAP) include la demenza fra le condizioni prioritarie e l’OMS ha anche redatto la
mhGAP Intervention Guide, uno strumento tecnico-operativo per supportare il trattamento di disordini mentali, neurologici o derivanti da abuso di sostanze in setting sanitari non specialistici. Nel 2012 l’OMS ha anche pubblicato, insieme all’associazione Alzheimer’s Disease International, il rapporto
Dementia: a public health priority per promuovere l’informazione e la consapevolezza riguardo questa malattia. L’ultima World Health Assembly dello scorso 24 maggio, con il rapporto
Comprehensive Mental Action Plan 2013-2020, ha riconosciuto la
popolazione più anziana come un
gruppo vulnerabile ad alto rischio di sperimentare
problemi di salute mentale e fra le richieste avanzate al direttore generale dell’OMS c’è quella di un’assistenza a lungo termine per le persone più anziane.
Il quadro della salute mentale in ToscanaDa un punto di vista epidemiologico, monitorare l’andamento della salute mentale in una popolazione è molto complesso a causa del forte
stigma che ancora oggi i disturbi psichici evocano. Molte persone tendono infatti a non rivolgersi a specialisti (dati
sorveglianza PASSI), o ad avvalersi di studi privati, sfuggendo ad ogni possibilità di controllo e di tutela. Pur con questi limiti, da anni l’
ARS Toscana cerca di tracciare - utilizzando i flussi informativi correnti - un
profilo dello
stato di
salute mentale della
popolazione toscana, mettendo in risalto i possibili cambiamenti. Uno fra questi è la
forte riduzione del ricorso al
ricovero ospedaliero, fenomeno comunque ampiamente diffuso su tutto il territorio nazionale ma caratteristico della nostra regione. Il trend dei ricoveri per disturbi psichici, che da molti anni mostra una progressiva diminuzione, in Toscana raggiunge per l’anno 2012 il valore di 3,3 ricoveri per 1.000 abitanti, rispetto al 5,1 (per 1.000 residenti) registrato nel 1997.
Stabile, invece, è il
ricorso ai
Servizi territoriali di salute mentale, dove nel 2011 risultano in carico 77.922 persone, delle quali 26.135 sono nuovi utenti.
La
popolazione ultra65enne rappresenta nella nostra regione ben il
23,9% dei residenti. Purtroppo, i forti cambiamenti fisici che caratterizzano questa fascia di età, l’allontanamento dai circuiti produttivi e l’isolamento conseguente rendono gli
anziani sempre più esposti a patologie di natura psichica come gli stati depressivi e i disturbi psico-organici (fra cui le diverse forme di demenza), in particolare tra coloro che vivono in zone geografiche connotate da forte isolamento sociale e deprivazione materiale (es. zone montane spopolate). Nel 2012, gli anziani ricoverati per disturbi psichici sono stati 2.033 (equivalenti ad un tasso di 2,3 per 1.000 residenti over65enni), di cui 831 affetti da patologie psico-organiche e 829 da forme depressive e disturbo bipolare. Ai Servizi territoriali (anno 2011) sono invece in carico 13.063 utenti over65enni, di cui 4.504 hanno ricevuto almeno una prestazione nel corso dell’anno. I motivi per cui vi ricorrono sono soprattutto legati a disturbi di tipo nevrotico (37,9% delle diagnosi) e a psicosi affettive, che rappresentano il 25,2% delle patologie diagnosticate negli over65enni. Trattandosi d’interventi territoriali, sono meno presenti le forme di demenza senile e presenile, che spesso richiedono interventi di altra natura.
Purtroppo è forte anche il coinvolgimento degli anziani nel
fenomeno suicidario: a fronte di un tasso grezzo complessivo di 6,9 per 100 mila residenti toscani (anno 2010), il valore osservato nella popolazione ultra65enne raggiunge il 12,5 per 100 mila residenti. A conferma del forte interessamento della popolazione anziana nei disturbi psichici, non possiamo dimenticare l’
elevato consumo di
farmaci antidepressivi: il valore, pur elevato, di 59 DDD/die per 1.000 residenti, riscontrato in Toscana nel 2012, triplica negli ultra85enni raggiungendo le 155 DDD/die per 1.000 residenti.
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