L'indagine Passi d'argento 2017 sugli stili di vita dei toscani over 65 si avvia alla conclusione
Si sta per concludere l’edizione 2017 della sorveglianza Passi d’Argento, indagine su stili di vita, salute, attività sociali e ricorso a servizi sanitari della popolazione >65 anni, promossa dall’Istituto superiore di sanità e realizzata dall'ARS per conto della nostra Regione.
A indagine conclusa saranno coinvolti 1.200 toscani ultra64enni, divisi in tre campioni rappresentativi della popolazione delle 3 AUSL. Arrivati a circa metà dell’indagine, sono disponibili i dati preliminari di circa 750 anziani intervistati con un questionario sottoposto telefonicamente.
Il rischio di cadute è il focus dell'edizione 2017
L’edizione 2017 ha un focus sulle cadute, un evento che nell’anziano può avere gravi conseguenze acute (fratture e ricoveri ospedalieri) e croniche (perdita di mobilità e autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane). Su questo tema la Toscana ha realizzato azioni di prevenzione mirate, coinvolgendo i medici di medicina generale, per sensibilizzare gli anziani sul tema e sui rischi prevenibili. Tra gli anziani intervistati circa 1 su 4 è caduto nell’ultimo anno, il 20% tra gli uomini e il 28% tra le donne.
Si cade soprattutto in casa propria
Le cadute sono avvenute principalmente all’interno della propria abitazione: in particolare il 13% degli anziani è caduto in camera, l’11% in bagno, l’8% in cucina, l’8% salendo o scendendo le scale. Il rischio è ovviamente legato non solo all’eventuale presenza di ostacoli, come tappeti, gradini o mobilio ingombrante, ma anche al tempo che mediamente una persona passa in ognuna di queste stanze. Circa 4 cadute su 10 sono avvenute invece fuori dall’abitazione, in strada o in giardino.
Le conseguenze delle cadute: cure mediche, PS, ricovero
Il 6% delle cadute ha comportato un ricovero in ospedale, mentre circa 1 anziano su 3 è comunque ricorso a cure mediche o al Pronto Soccorso. Gli anziani fratturati, tra i caduti, sono il 34%. Tra le donne le fratture sono di più rispetto agli uomini, 43% vs 20%, probabilmente anche a causa di una maggiore fragilità ossea che colpisce più frequentemente le donne nella terza età rispetto agli uomini. Quella della spalla è la frattura più frequente (27% del totale delle fratture) e riguarda quasi esclusivamente la popolazione femminile. Subito dopo viene la frattura del femore (24%) e di una o più vertebre (21%).
Chi è già caduto ha una maggiore percezione del rischio
Con un evento alle spalle è più frequente che nell’anziano si instauri la paura di una nuova caduta, la percentuale di coloro che hanno paura di cadere infatti è del 46% tra chi è già caduto e del 24% tra chi non è caduto. Il proprio medico di famiglia, solitamente riferimento principale dell’anziano all’interno del sistema sanitario, può dare consigli utili su come ridurre i rischi di caduta nella propria abitazione, si pensi a piccoli accorgimenti o interventi come l’utilizzo di tappetini anti scivolo o l’installazione di maniglioni nella doccia o vasca da bagno. Tra gli anziani intervistati però solo il 15% ha ricevuto consigli dal proprio medico di medicina generale nell’ultimo anno al riguardo.
Tra i possibili fattori di rischio: vivere da soli, problemi di vista, difficoltà nei movimenti, farmaci.
Tra gli anziani con almeno una caduta alle spalle il 21% vive solo (16% tra chi non è caduto), il 9% ha problemi di vista (6% tra chi non è caduto), l’11% ha difficoltà nello spostarsi da una stanza all’altra (7% tra chi non è caduto), il 91% assume farmaci regolarmente (82% tra chi non è caduto) e in numero maggiore rispetto a chi non è caduto. Questi dati saranno utili, a fine rilevazione, per individuare i principali fattori di rischio per le cadute e quindi focalizzare gli interventi di prevenzione sulle persone e le situazioni maggiormente a rischio.
Le prossime tappe di Passi d’Argento: fine raccolta dati entro dicembre 2017, analisi dati inizio 2018
La fase di raccolta finirà presumibilmente entro dicembre 2017, mentre quella di analisi dati è prevista per inizio 2018, per poter divulgare i principali indicatori entro la primavera del prossimo anno all’interno di un rapporto ARS. I dati inoltre andranno ad alimentare la banca dati nazionale di Passi d’Argento, gestita dall’Istituto superiore di sanità, il quale ha il compito di mantenere attiva la sorveglianza a livello italiano per monitorare nel tempo i fenomeni e confrontare tra loro le regioni.
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