Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 50Durante la scorsa primavera, cinquanta infermieri territoriali di tutte le trentaquattro Zone-distretto della Toscana hanno intervistato duemilacinquecento anziani residenti in Regione raccogliendo, tramite questionario strutturato, dati specifici sulle loro condizioni socio-anagrafiche, sul loro rischio di perdere l’autosufficienza, il loro livello di autonomia funzionale, la copertura dei bisogni assistenziali.
I dati raccolti sono stati trasformati in informazioni (sintetizzate in questa pubblicazione) che, crediamo, saranno di utilità per una programmazione dei servizi socio-sanitari dedicati alla prevenzione della disabilità nell’anziano fragile e all’assistenza della persona anziana non autosufficiente, coerentemente con i principi di socializzazione dei rischi, di universalismo dell’assistenza, di equità nell’accesso all’assistenza.
Infatti, grazie ai recenti sviluppi delle politiche socio-sanitarie per gli anziani verificatesi nelle nostra regione, appare oggi ancora più attuale quanto Eva Buiatti scrisse nell’introduzione al Documento ARS Anziani in Toscana: dati demografici e stime di demenza e non autosufficienza pubblicato poco più di due anni fa: «La conoscenza della dimensione di questi fondamentali determinanti del bisogno di assistenza socio-sanitaria risulta essenziale, soprattutto in vista di importanti novità nella programmazione regionale che pare orientarsi verso il tentativo di fornire assistenza alla persona non autosufficiente in modo universalistico, esclusivamente sulla base del riconoscimento della condizione di bisogno.»
Grazie all’originale metodologia adottata in questo studio, oggi possiamo però fornire informazioni sul bisogno socio-sanitario degli anziani residenti in Toscana con gli stessi criteri utilizzati per la definizione del bisogno assistenziale in sede di Unità di valutazione multidimensionale. Questo, dati l’ammontare totale delle risorse a disposizione per il finanziamento dell’assistenza alla persona non autosufficiente e la disponibilità di criteri condivisi per la classificazione delle persone valutate in livelli di isogravità del bisogno assistenziale, permetterà di definire le risorse che potranno essere garantite per il finanziamento di ogni singolo progetto personalizzato.
Si ringrazia per la loro preziosa collaborazione il dirigente e i funzionari del competente settore della Direzione generale Diritto alla salute e politiche di solidarietà ed i direttori delle Società della salute / responsabili di Zona-distretto della Regione Toscana e i cinquanta infermieri territoriali che hanno condotto le interviste.
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 49Secondo i dati riportati dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), gli incidenti stradali sono la nona causa di morte nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni. Ogni anno, inoltre, uccidono 1,2 milioni di persone e comportano il ferimento di oltre 50 milioni di individui.
L'osservazione e la ricerca epidemiologica hanno tardato a focalizzare il problema dell'infortunistica stradale, orientandosi piuttosto verso l'individuazione dei determinanti di malattie cronico-degenerative come, tra le più importanti, quelle cardiovascolari. i tumori, il diabete e l'ipertensione.È da tempo, infatti, che i mass media diffondono informazioni relative a stili di vita salutari, basati su una buona alimentazione, basso consumo di alcol, assenza di fumo, peso corporeo equilibrato e pratica di attività fisica. Non altrettanta sensibilità è stata posta invece, fino ad oggi, sulla diffusione e sulle cause degli eventi traumatici e, in particolare, degli incidenti stradali. L'interesse per quest'area è motivato dalla constatazione che, fatta esclusione per le cause traumatiche intenzionali (suicidi e omicidi), gli incidenti stradali, e più in generale le cause traumatiche non intenzionali, sono quasi del tutto prevenibili. In altre parole, a differenza delle malattie cardiovascolari e dei tumori, i decessi e le invalidità per incidenti stradali possono e devono essere quasi del tutto evitati.

L’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana ha rilevato la necessità di definire, per la propria regione, le dimensioni sociali e sanitarie degli eventi infortunistici e, in particolare, di quelli stradali, producendo questo documento.
Immagine copertina Collana dei Documenti ARS, n. 48Le malattie croniche costituiscono oggi una grande priorità di sanità pubblica.
È urgente sia rafforzare gli interventi di promozione della salute, finalizzati a rendere facile l’adozione di stili di vita che riducano il rischio di ammalarsi, sia riorganizzare i servizi sanitari territoriali per renderli maggiormente adeguati all’attuale situazione epidemiologica.
La Toscana, con il grande progetto incluso nel vigente Piano sanitario regionale “Dalla medicina d’attesa alla sanità d’iniziativa”, sta dando una risposta di rilievo a queste urgenze. Il modello prescelto per il livello territoriale, l’ Expanded Chronic Care Model, contiene probabilmente tutti gli elementi essenziali per guidare gli interventi migliorativi.
È evidente che per l’adeguata attuazione del progetto sono necessarie dettagliate informazioni di epidemiologia classica e dei servizi sanitari relativamente alla frequenza delle malattie croniche nella popolazione e alla qualità delle cure ricevute.
È in questo contesto che presentiamo le finalità, i metodi, i primi risultati e alcune validazioni della sistematica analisi dei dati sanitari correnti che l’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana svolge per produrre informazioni relativamente agli assistiti per le principali malattie croniche gestite nell’ambito delle cure primarie e ai loro percorsi diagnostico-terapeutici.
Ci auguriamo che le informazioni prodotte possano essere di utilità per la programmazione e l’organizzazione locale, il monitoraggio, la valutazione e il governo clinico di servizi sanitari territoriali che siano sempre più rispondenti ai bisogni di cura della popolazione.
immagine Collana dei Documenti ARS, n.47
Il Progetto SAPerE è stato promosso dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) della Toscana, Osservatorio Qualità - nell’ambito dell’area di attività ‘Reti collaborative’ - con l’obiettivo di esplorare tutte le fasi e le componenti del percorso assistenziale di pazienti con ictus acuto.
Il Progetto si è sviluppato attraverso due studi successivi, tra loro collegati:
  • lo studio SAPerE 1, condotto con metodi qualitativi (intervista in profondità)e rivolto a pazienti ricoverati presso l’Azienda Ospedaliera Careggi, i cui risultati sono stati pubblicati nel Documento ARS n. 32 (giugno 2007);
  • lo studio SAPerE 2, avviato in autunno 2006, condotto con questionario standardizzato e rivolto ai pazienti ricoverati presso tutti gli ospedali della Toscana.
I risultati preliminari di SAPerE 2 sono stati presentati nel corso di un Seminario tenutosi a Firenze il 5 novembre 2007 e rivolto a tutte le strutture che hanno collaborato alla realizzazione dell’indagine, in particolare attraverso il reclutamento dei pazienti e l’organizzazione dei contatti per il follow-up con questionario.

Questo Rapporto di ricerca presenta i risultati finali dello studio SAPerE 2.

L’intero Progetto SAPerE ha inteso dare voce al punto di vista dei pazienti colpiti da ictus e delle loro famiglie, nella convinzione che opinioni ed esperienze di malattia e di cura raccolte dai soggetti che le hanno vissute in prima persona siano elementi informativi indispensabili alla comprensione della qualità dell’assistenza e alla identificazione di ambiti concreti di miglioramento.