Il benessere equo e sostenibile dei territori: la situazione toscana
La Toscana presenta livelli di benessere relativo elevati, con tutte le province che si collocano nelle classi alta e medio-alta per la maggioranza delle misure disponibili.

L’ISTAT ha pubblicato i report “Benessere Equo e Sostenibile dei Territori – BesT” di tutte le regioni italiane.
I report delineano i profili di benessere equo e sostenibile di ogni regione a partire dalla lettura integrata degli indicatori del Bes, evidenziando il divario rispetto all’Italia, con punti di forza e di debolezza. L’analisi regionale rappresenta un importante chiave di lettura delle disuguaglianze, infatti, è ben noto che l’Italia è caratterizzata da ampi divari, ma anche da specificità locali, che emergono nitidamente quando si valuta la posizione di un territorio nel contesto regionale o nazionale.
Le province italiane sono state valutate sugli 11 domini del Bes e i risultati sono stati divisi in cinque classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta, alta). Gli 11 domini considerati sono: salute; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; benessere economico; relazioni sociali; politica e istituzioni; sicurezza; paesaggio e patrimonio culturale; ambiente; innovazione, ricerca e creatività; qualità dei servizi.
A livello nazionale, le province appartenenti alle regioni del Nord e del Centro si concentrano di più nelle classi più elevate, mentre le regioni del Sud si collocano nelle classi di benessere bassa e medio-bassa.
Figura 1. Distribuzione degli indicatori provinciali per classe di benessere e regione. Fonte: Istat, 2024.
La Toscana presenta livelli di benessere relativo elevati, con tutte le province che si collocano nelle classi alta e medio-alta per la maggioranza delle misure disponibili. In confronto alle altre regioni del Centro, la Toscana ha un profilo sovrapponibile a quello delle Marche e migliore di quello del Lazio.
Nell’ultimo anno di riferimento, in Toscana la frequenza osservata nelle due classi di benessere relativo più elevate supera di circa 9 punti percentuali la media delle province italiane e di circa 5 punti percentuali la media delle province del Centro. La quota dei posizionamenti nelle due classi più basse è ben più contenuta del valore nazionale di confronto e lievemente inferiore al valore del Centro. La città metropolitana di Firenze presenta la quota maggiore di posizionamenti nelle due classi di benessere più alte (71,9%) e la minore incidenza nelle due classi più basse (14,1%). Anche Pisa e Siena si trovano nel gruppo delle province che si trovano più spesso in posizione elevata (rispettivamente 67,2% e 57,1% nelle prime due classi). Massa-Carrara e Grosseto sono invece le province più sfavorite della regione, con un profilo di benessere in linea con quello medio nazionale.
Figura 2. Distribuzione degli indicatori per classe di benessere e provincia. Toscana – Fonte: Istat, 2024
I maggiori punti di forza si riscontrano nel dominio “Benessere economico”, con più della metà degli indicatori nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta e nessun posizionamento nella classe bassa. La Toscana presenta livelli di benessere superiori alla media nazionale per la quasi totalità degli indicatori, mentre i valori provinciali risultano, in alcuni casi, inferiori ma in generale miglioramento rispetto al 2019 in tutte le province. Il maggior vantaggio, in confronto all’Italia, si rileva nelle condizioni economiche dei pensionati: infatti, la Toscana ha una minore incidenza di pensionati con un basso reddito pensionistico (meno di 500 euro lordi mensile). Nel 2022 erano il 7,2% del totale dei pensionati, contro il 9,2% dell’Italia.
Nel dominio “Salute” il profilo della Toscana si caratterizza per avere livelli di benessere migliori della media italiana e del centro per quasi tutti gli indicatori, tranne che per la mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (65 anni e più). Nel 2023 la speranza di vita alla nascita in Toscana (83,8 anni) ha recuperato la perdita degli anni di vita attesa dovuta alla pandemia da Covid-19 e si mantiene al di sopra del valore nazionale e di quello della ripartizione. Tra le province si distinguono negativamente Massa-Carrara e Arezzo, le uniche due a non essere ancora tornate ai livelli del periodo pre-pandemico. Il guadagno più consistente rispetto al 2019 si deve alle province di Livorno e Siena. Anche la mortalità per incidenti stradali dei giovani (15-34 anni) nel 2022 si è ridotta leggermente rispetto al 2019 e si attesta a 0,5 decessi per 10mila residenti di pari età. Il valore più severo è quello di Massa-Carrara (0,9 per 10mila ab.) invariato rispetto al 2019.
Si riscontra, invece, un lieve peggioramento rispetto al periodo pre-pandemico riguardo alla mortalità infantile che nel 2021 aumenta (+0,2 punti), tuttavia il tasso regionale si mantiene al di sotto dei valori di confronto (1,6 per 1.000 nati vivi, contro il 2,1 nel centro e il 2,6 in Italia).
Sul lato dei servizi sanitari, la regione mantiene una situazione di vantaggio nel confronto nazionale, soprattutto per la maggiore presenza di medici specialistici, anche se emergono marcate disuguaglianze territoriali: la provincia con il risultato migliore è Siena, con un valore (57,3 per 10mila abitanti) più che doppio rispetto a Pistoia (24,4), Prato (26,8) e Livorno (27,5). La Toscana riporta valori positivi anche nell’emigrazione ospedaliera in altre regioni, che nel 2022 si attesta al 6,3% (invariato rispetto al 2019) a fronte dell’8,3% rilevato in Italia e nel Centro. Dato negativo, la minore disponibilità di posti letto negli ospedali, con una variabilità territoriale che ricalca l’articolazione dei principali poli ospedalieri. L’indicatore è maggiore nelle città di Firenze, Pisa e Siena, che nel 2022 dispongono di circa 38 posti letto per 10mila abitanti, un valore quasi doppio rispetto alle altre province.
Per quanto riguarda il dominio Ambiente, il profilo della Toscana segue quelli dell’Italia centrale. Rispetto al 2019 la situazione regionale appare prevalentemente stabile. Una nota positiva riguarda i miglioramenti per quanto riguarda i rifiuti urbani e l’incidenza della raccolta differenziata, che interessano pressoché tutte le province. Si rilevano, invece, criticità per la qualità dell’aria in termini di alte concentrazioni di PM10 e PM2,5 misurate nel 2022. Nell’ultimo anno solo Grosseto e Livorno non superano la soglia definita dall’OMS per la protezione della salute umana per il PM10 (20µg/m3). Grosseto è inoltre l’unico capoluogo toscano a restare entro il limite di 10µg/m3 per il PM2,5. Prato, Firenze e Pisa presentano i valori peggiori per la concentrazione di PM2,5. La disponibilità di verde urbano (media regionale pari a 24,3 m2 per abitante) è inferiore alla media italiana (32,8 m2) in tutti i comuni capoluogo toscani, a eccezione di Grosseto (34,4 m2).
Le maggiori debolezze si rilevano nel dominio “Qualità dei servizi”: il 45% degli indicatori ricade nelle classi alta e medio-alta e una quota analoga in quelle bassa e medio-bassa. A penalizzare questo dominio è la limitata diffusione dei servizi di connessione di nuova generazione ad altissima capacità, disponibili solo per poco più della metà delle famiglie toscane residenti nelle aree coperte. Nonostante la copertura della rete fissa di accesso ultra veloce a Internet sia raddoppiata rispetto al 2020, la Toscana rimane nel 2023 sempre in una condizione sfavorevole rispetto ai livelli di copertura medi nazionali. Gli svantaggi più evidenti si registrano nella provincia di Livorno e in quella di Pistoia, dove dispongono di questo servizio rispettivamente il 38,9% e il 41,3% delle famiglie.
Infine, un dato positivo sulla cultura. La Toscana è la regione con il maggior numero di strutture museali, con 391 musei, 27 aree e parchi archeologici e 112 monumenti e complessi monumentali, pari al 12% del totale delle 4.416 istituzioni censite a livello nazionale. La maggior parte dei musei si concentrano nella città di Firenze (23,6%), con una media di oltre 80mila visitatori, di cui quasi la metà stranieri. Anche la rete delle biblioteche pubbliche e private, che rappresentano il 5,7% del totale nazionale, è distribuita in modo capillare nell’82,4% dei comuni toscani e serve circa 3,5 milioni di residenti.
Per saperne di più:
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ISTAT. (2025). Il Benessere Equo e Sostenibile dei Territori. Toscana 2024