È oltremodo fondamentale riflettere sul fatto che gli eventi metereologici estremi non colpiscono nella stessa misura l’intera popolazione, basti pensare alle isole di calore e alle ondate di freddo nelle grandi città, le cui conseguenze possono essere ancor più gravi per le popolazioni a forte svantaggio sociale ed economico. Le fasce più vulnerabili della popolazione hanno meno strumenti per prevenire l’impatto del clima, affrontarlo e riparare i danni. La crisi climatica rappresenta, quindi, un fattore che contribuisce ad inasprire le disuguaglianze socio-economiche e non solo per i paesi sud del mondo, ma anche in Italia e nei Paesi ad alto reddito.
Gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici colpiscono maggiormente chi ha meno strumenti per combatterli: dalla malnutrizione alla diffusione di malattie infettive, fino alla perdita della casa o del lavoro, attivando una spirale di povertà da cui diventa sempre più difficile uscirne. Il cambiamento climatico è un moltiplicatore di tutte le forme di disuguaglianza sociale, con dislivelli in base alla classe, al genere, all’età e ad altri determinanti sociali.
La maggiore sensibilità ai rischi climatici delle persone povere è spesso legata alle ridotte possibilità di scelta, per esempio l’essere costretti a vivere in zone più esposte, in case più insalubri o al rimanere in città durante le grandi ondate di caldo. Tuttavia, le disuguaglianze di reddito non sono le uniche che influiscono, infatti rivestono un ruolo chiave anche le “disuguaglianze orizzontali” tra diversi gruppi di popolazione, che includono differenze di genere, di etnia e di età (soprattutto anziani e bambini).
Come ci ricorda anche Michael Marmot, massimo esperto delle disuguaglianze di salute, il “clima non è democratico”.
Per saperne di più:
Li A., Toll M., Bentley R., (2023). Mapping social vulnerability indicators to understand the health impacts of climate change: a scoping review, Lancet Planet Health, 7: e925-37.La letteratura su come la vulnerabilità sociale influenza gli impatti sulla salute dei cambiamenti climatici è in rapido aumento. La scoping review di Li e colleghi fornisce una prima panoramica degli studi pubblicati tra il 2012 e il 2022 sulla vulnerabilità sociale agli effetti negativi sulla salute dei cambiamenti climatici.
Dei 2115 studi identificati attraverso quattro database bibliografici (Scopus, Web of Science, PubMed e CAB Direct) sono stati selezionati 230 articoli che consideravano indicatori di vulnerabilità sociale agli impatti dei cambiamenti sociali sugli esiti di salute. Sono stati quindi identificati 113 indicatori di vulnerabilità che coprono 15 temi, tra cui sesso, età, etnia, istruzione, reddito, povertà, disoccupazione, accesso ai servizi sanitari, accesso agli spazi verdi e isolamento sociale.
I risultati rivelano una sottoteorizzazione e pochi indicatori che concettualizzano e rendono operativa la vulnerabilità sociale e soprattutto una preponderanza della ricerca nei Paesi ad alto reddito. Infine, la revisione evidenzia la necessità di maggiore ricerca in futuro, di infrastrutture di dati e maggiore attenzione politica per affrontare le condizioni strutturali, istituzionali e sociopolitiche, che supporteranno meglio la resilienza climatica.
UNICEF, (2021), The Climate Crisis is a Child Rights Crisis: Introducing the Children’s Risk Index, New York: United Nations Children’s Fund.
La popolazione minore rischia di essere tra le più colpite e anche l’Unicef ha iniziato a manifestare preoccupazione sul tema, puntando soprattutto alla questione abitativa. Secondo i dati dell’Unicef, in Italia circa il 20% delle famiglie appartenenti alla fascia di reddito più bassa vive in condizioni di disagio abitativo. Nel 2020, più del 6% delle famiglie italiane si è trovata in condizioni di povertà energetica (in ritardo sul pagamento delle bollette), con picchi di quasi il 18% in regioni come la Sicilia.
L’Unicef ha sviluppato un indice per calcolare l’esposizione dei minorenni agli effetti della crisi climatica. Secondo il Children’s Climate Risk Index i bambini a rischio estremamente elevato sono un miliardo.
Nei Paesi più colpiti dagli shock climatici i bambini, spesso, sono le prime vittime. La vulnerabilità infantile, dovuta a carenza di servizi come l’acqua potabile, servizi igienici o mancanza di istruzione e assistenza sanitaria, si inasprisce ulteriormente in caso di eventi atmosferici estremi.
Palagi, E., Coronese, M., Lamperti, F., Roventini, A. (2022). Climate Change and the nonlinear impact of precipitation anomalies on income inequality, PNAS, Vol. 119, No. 43.
Lo studio di Palagi e colleghi (2022) analizza gli effetti del cambiamento climatico sulle disuguaglianze di reddito, sia tra paesi che al loro interno. Secondo le loro proiezioni, entro la fine del secolo, l’86% dei paesi diventerà più povero a causa del cambiamento climatico e anche l’Italia sarà colpita, amplificando le disparità tra regioni.
Effetti dei cambiamenti climatici sulla salute e sull’equità – Webinar AIE, 28 settembre 2021
Riconoscendo l’importanza del tema e la sempre più stretta connessione tra i cambiamenti climatici e gli effetti sulle popolazioni più svantaggiate, l’Associazione Italiana di Epidemiologia ha organizzato un webinar per discuterne con i grandi nomi dell’epidemiologia, come il Professor Costa dell’Università di Torino e il Professor Vineis dell’Imperial College of London.
Durante l’incontro è stato affrontato il tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla salute e le strategie per cambiare rotta e intervenire.
Per rivedere il webinar clicca qui.