1 dicembre 2015 Giornata mondiale contro l'Aids: in Toscana stabili le nuove diagnosi ma ancora scarsa la conoscenza dei rischi

La maggioranza delle infezioni da HIV è attribuibile a contatti sessuali non protetti: i rapporti eterosessuali rappresentano la modalità di trasmissione nettamente più frequente per le donne (90,2%). Nei maschi il contagio è sia omosessuale (MSM: maschi che fanno sesso con maschi) che eterosessuale: 53,2% e 34,8% rispettivamente.
Si conferma purtroppo la scarsa conoscenza del problema e dei comportamenti a rischio che portano alla diffusione dell'infezione e ad un ritardo nell'accesso alle cure.
Un caso su 5 è già in AIDS conclamato al momento della diagnosi di sieropositività e il 54,8% è late presenter (LP), ovvero si presenta alla prima diagnosi di sieropositività con un quadro immunologico già compromesso. Iniziare la terapia antiretrovirale precocemente rappresenta invece un indubbio vantaggio sia in termini di sopravvivenza che di qualità della vita.
Come già evidenziato negli anni scorsi, tra le donne sieropositive, una quota importante ha scoperto la patologia in gravidanza (13% nell’ultimo triennio), grazie all'inserimento dello screening per l’HIV nel libretto regionale per la gravidanza. Scoprire la sieropositività in gravidanza permette non solo di iniziare la terapia precocemente e di salvaguardare quindi la salute della donna, ma consente anche di prevenire la trasmissione del virus al bambino, come è testimoniato dalla sensibile diminuzione nel nostro paese del tasso di incidenza di infezione neonatale.
Leggi e scarica il nostro documento HIV e AIDS in Toscana con i dati aggiornati al 31 dicembre 2014