In 4 anni dimezzate nuove diagnosi di HIV, ma in aumento i casi tra gli MSM e le diagnosi tardive. Stabili i casi di AIDS

A cura di: M. Puglia


In Toscana il sistema di sorveglianza di entrambe le patologie è affidato all’Agenzia regionale di sanità, che dal 2004 gestisce il Registro Regionale AIDS (RRA) e dal 2009 la notifica delle nuove diagnosi di HIV.
Le nuove diagnosi di infezione da HIV notificate in Toscana (dati aggiornati al 31 ottobre 2020), stabili dal 2009 al 2016, sono in diminuzione negli ultimi anni, così come in Italia, in particolare nell’ultimo anno con 157 casi, in diminuzione del 31% rispetto al 2018 quando i casi erano 227 e del 54% rispetto al 2016 quando erano 344 (Figura1). I casi dell’ultimo anno potrebbero essere sottostimati a seguito di un ritardo di notifica di alcune schede dai centri clinici, ma una reale diminuzione potrebbe essere il risultato sia di efficienti campagne di prevenzione e di sensibilizzazione sia di nuove terapie come la Profilassi Pre Esposizione (PrEP), la somministrazione preventiva di farmaci in caso di rischio.
L’82,2% dei casi notificati riguarda il genere maschile (rapporto maschi/femmine 4,6:1; incidenza maschi: 7,2 per 100.000; femmine: 1,5 per 100.000).

Figura 1 Numero di nuove diagnosi di HIV in Toscana e tasso di notifica (per 100.000 residenti) per genere ed anno di diagnosi. Anni 2009-2019.
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Sebbene in tutte le fasce di età si registri una diminuzione dell’incidenza rispetto al triennio precedente, i più colpiti risultano i giovani di età compresa tra 20 e 30 anni, seguiti dai 30-39enni e dagli adulti di età compresa tra 40 e 49 anni (Figura 2). Le donne sono leggermente più giovani dei maschi alla diagnosi, infatti, l’età in cui le donne scoprono la sieropositività è spesso legata alla gravidanza, grazie al fatto che il test per HIV è uno degli esami previsti nel libretto di gravidanza e quindi offerto gratuitamente a tutte le gestanti. I casi pediatrici, che presentano quasi tutti modalità di trasmissione verticale tra madre e figlio, sono diventati rari, grazie alla terapia antiretrovirale somministrata alla madre sieropositiva e all’introduzione del test per HIV tra gli esami previsti nel libretto di gravidanza. Non si sono verificati casi pediatrici negli ultimi quattro anni in Toscana.

Figura 2 Tasso di notifica (per 100.000 residenti) di HIV per classi di età alla diagnosi. Triennio 2017-2019 e confronto triennio 2014-2016.
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Tra i casi diagnosticati in Toscana nel 2019, 56 (35,7% del totale) riguardano la popolazione straniera: le nazionalità straniere più frequenti sono Brasile, Nigeria e Romania per i maschi; Nigeria e Romania per le femmine. I tassi grezzi dei casi per cittadinanza (Figura 3) evidenziano sia per gli stranieri che per gli italiani un andamento in diminuzione negli anni sebbene i tassi degli straneri si mantengono 4 volte e mezzo superiori a quelli degli italiani.

Figura 3 Tasso di notifica (per 100.000 residenti) di HIV per cittadinanza ed anno di diagnosi. Anni 2009-2019.
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La maggior parte delle infezioni da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, a sottolineare l’abbassamento del livello di guardia e la bassa percezione del rischio nella popolazione. I rapporti eterosessuali rappresentano la modalità di trasmissione nettamente più frequente per le donne (90,0% nell’ultimo triennio). Nei maschi il contagio è nel 31,1% eterosessuale e nel 54,8% dei casi omosessuale. La proporzione di casi attribuibili a trasmissione tra MSM è gradualmente aumentata negli anni dal 48,5% nel 2009-2010 al 54,4% nel 2017-2019. Le persone che si sono infettate a causa dell’uso di droghe iniettive, sono intorno al 5,7% in entrambi i generi (Figura 4).

Figura 4 Modalità di trasmissione dei casi adulti di HIV notificati in Toscana per genere. Anni 2009-2019.

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MSM: Maschi che fanno sesso con maschi; IDU: (Injection Drug Users) Uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa; Altro: ha ricevuto fattori della coagulazione/trasfusione, cellule staminali, contatto accidentale con sangue, ecc

Una quota importante di pazienti si presenta tardi alla prima diagnosi di sieropositività, evidenziando già un quadro immunologico compromesso. Quasi un caso di HIV su 4 è già in AIDS conclamato al momento della diagnosi di sieropositività. La proporzione delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV diagnosticate con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/µL è del 41%, mentre quella di coloro con un numero di CD4 inferiore a 350 cell/µL è del 58%, valori in aumento negli anni e in linea con quelli medi nazionali. Il 59,0% è Late Presenter (LP) ovvero si presenta alla prima diagnosi di sieropositività con un quadro immunologico già compromesso (numero di CD4< 350 cell/ µL), o con una patologia indicativa di AIDS. Gli eterosessuali maschi presentano proporzioni sempre superiori di diagnosi tardive rispetto agli MSM e alle femmine. Da notare, comunque, il trend in crescita anche per gli MSM (Figura 5).
Figura 5 Late Presenter (CD4<350 cell/μL oppure patologia indicativa di AIDS) per modalità di trasmissione del virus e genere. Anni 2009-2019.
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La scheda di segnalazione rileva anche il motivo per cui è eseguito il test HIV. Nell’ultimo triennio più della metà dei pazienti effettua il test nel momento in cui vi è il sospetto di una patologia HIV-correlata o una sospetta malattia a trasmissione sessuale (MTS) o un quadro clinico di infezione acuta e solo il 30% lo effettua spontaneamente per percezione di rischio, a confermare la bassa percezione del rischio. Nelle femmine oltre a queste due motivazioni, si aggiunge una quota importante di donne che ha eseguito il test durante un controllo ginecologico in gravidanza (12,3%). Gli MSM continuano ad avere una maggior percezione del rischio rispetto agli eterosessuali, effettuando il test spontaneamente per percezione del rischio nel 39,8% dei casi (16,6% negli etero maschi e 29% nelle femmine) (Figura 6); tuttavia si sta osservando che anche per loro la percezione del rischio sta diminuendo: dieci anni fa erano il 47,8% gli MSM che effettuavano il test spontaneamente per percezione del rischio.

Figura 6 Motivo di esecuzione del test dei casi adulti di HIV notificati in Toscana per modalità di trasmissione del virus. Anni 2017-2019.
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AIDS
L’andamento dei casi di AIDS in Toscana (Figura 7) è analogo a quello nazionale: si evidenzia un incremento dell’incidenza dall’inizio dell’epidemia sino al 1995, seguito da una rapida diminuzione dal 1996 fino al 2000 e da una successiva costante lieve diminuzione fino ad arrivare a 67 nel 2019, corrispondenti ad un tasso di notifica di 1,8 per 100.000 residenti (dati aggiornati al 31 ottobre 2020).

Figura 7 Numero di casi di AIDS notificati in Toscana per anno di diagnosi e genere - Anni 1985-2019.
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