Conflitto d’interesse e comportamenti scorretti in sanità: in Toscana firmato il protocollo per contrastarli


immagine dottoreIl 9 marzo la Regione, le tre università toscane e la Federazione regionale dell'Ordine dei medici hanno siglato congiuntamente il protocollo d’intesa per promuovere azioni comuni di responsabilizzazione nei confronti del conflitto di interesse in sanità e di contrasto ai comportamenti scorretti.  L’informazione, la prevenzione, il monitoraggio e la vigilanza sul conflitto di interesse nella pratica medica sono le azioni attraverso cui Regione Toscana, aziende sanitarie, Federazione regionale dell'Ordine dei medici e università si assumono la responsabilità di promuovere un’etica condivisa nella gestione della sanità toscana.

Il protocollo sancisce un processo di corresponsabilizzazione dei vertici delle organizzazioni per tutelare l’etica e la deontologia di tutti gli operatori e assume il principio secondo cui la gestione del rischio di conflitto di interessi rappresenta una vera e propria dimensione strutturata della qualità del servizio, nonché - a nostro modo di vedere - della sua sostenibilità. Rinnovabile di tre anni in tre anni, il protocollo si articola in sette punti: vediamoli in breve.

Il protocollo d’intesa punto per punto
  1. Si ribadisce l’impegno comune a promuovere e valorizzare dal punto di vista etico i “comportamenti quotidiani individuali e d’azienda, le relazioni con e tra medici dipendenti, ospedalieri ed universitari, le altre professioni coinvolte…”.
  2. Si estende il coinvolgimento ai medici convenzionati e libero professionisti.
  3. Si sottolinea l’impegno ad offrire supporti in grado “d’orientare pragmaticamente l’agire professionale      quotidiano”.
  4. Si richiede una comunicazione chiara e pervasiva degli obiettivi a tutto il personale.
  5. Si promuove “una rete regionale dei soggetti coinvolti nel perseguire gli obiettivi del protocollo”.
  6. 7. Si stabilisce che informazione, monitoraggio e controllo debbano istituirsi anche mediante linee di indirizzo  predisposte da un’apposita Commissione paritetica, con l’eventuale supporto della Commissione regionale di  bioetica.

Con la firma di questo protocollo d’intesa si entra così nel vivo di un percorso che l’ARS ha promosso e accompagnato sin dai primi passi, secondo una visione progettuale improntata ad affrontare i temi della corruzione con taglio positivo, perimetro ampio e approccio di rete, valorizzando cioè il lavoro di tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di integrità in sanità. Appena adottato con la delibera della Giunta regionale n. 119 (vedi anche relativo allegato), il protocollo sarà d'ora in poi uno strumento efficace per difendere l'operato di tutti i medici onesti, la cui immagine è compromessa da quei casi di sospetta o comprovata illegittimità, e per isolare quegli eventuali comportamenti scorretti che, pur numericamente esigui, rischiano di minare la fiducia che il cittadino ripone nei professionisti sanitari.