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Estate 2024: gli effetti del caldo sulla mortalità in Toscana e in Italia

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    In seguito alla pubblicazione dei dati regionali ISTAT sui decessi totali, aggiornati ad agosto 2024, è possibile fare una prima valutazione degli effetti delle forti ondate di calore estive sulla mortalità.

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Sono stati resi disponibili da ISTAT i dati regionali dei decessi totali aggiornati ad agosto 2024.

Clean air and healthy lungs for all. Webinar AIE-SIMRI, 25 settembre 2024

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    In occasione della giornata mondiale del respiro il webinar dell’Associazione italiana di epidemiologia e della Società italiana per le malattie respiratorie infantili.

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Il 25 settembre ricorre la giornata mondiale del respiro e l’Associazione italiana di epidemiologia e la Società italiana per le malattie respiratorie infantili ha organizzato un webinar al quale interverranno esperti italiani di sanità pubblica, epidemiologia ambientale, medici pediatri, di famiglia e ospedalieri.

La diffusione della mobilità sostenibile: Toscana, Italia ed Europa verso un futuro green

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    La mobilità sostenibile, intesa come insieme di soluzioni per una mobilità vantaggiosa sia per l’ambiente che per le persone, è al centro delle politiche europee, nazionali e della nostra regione.

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Indice degli argomenti di questo approfondimento:

Salute e clima in Italia: le conclusioni del webinar dell'Associazione italiana di epidemiologia dopo la pubblicazione del rapporto The Lancet Countdown per l'Europa

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    In seguito alla pubblicazione del nuovo rapporto “The Lancet Countdown on Health and Climate Change”, l’AIE ha organizzato un webinar in cui si sono discussi alcuni degli indicatori presenti nel report con particolare riguardo alla situazione italiana.

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A seguito della pubblicazione del nuovo rapporto Lancet Countdown on Health and Climate Change, l’Associazione italiana di epidemiologia ha organizzato un webinar, durante il quale, con la partecipazione di esperti e istituzioni italiane, è stato fatto un approfondimento su alcuni degli indicatori presenti nel report con particolare riguardo alla situazione italiana.

Com’è cambiato il clima in Toscana e nelle città italiane

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    In Toscana e in Italia sono in aumento le temperature, le ondate di calore, le siccità e gli incendi boschivi, le alluvioni e i fenomeni di erosione, in particolare nelle aree urbane ma non soltanto.

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Conseguenze degli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute dei bambini

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    Numerosi studi e pubblicazioni scientifiche confermano che i mutamenti ambientali stanno peggiorando la salute dei bambini.

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La popolazione infantile è molto più soggetta ai danni dei cambiamenti climatici degli adulti. Gli studi delle organizzazioni internazionali (Unicef e Save the Children) e le pubblicazioni scientifiche confermano il peggioramento della condizione infantile a causa dei mutamenti ambientali.

Cambiamenti climatici e malattie trasmesse da vettori

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    La trasmissione delle malattie infettive è determinata da molteplici fattori, inclusi lo stato di salute, il servizio sanitario, i fattori sociali, economici ed ecologici e la crisi climatica.

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Il tema dell’effetto dei cambiamenti climatici sulla trasmissione delle malattie infettive è stato trattato da molti negli ultimi anni e già nel 2009 la rivista scientifica The Lancet pubblicò una revisione della letteratura sul tema.  

The Lancet Countdown 2024 su clima e cambiamenti climatici: un caldo senza precedenti richiede azioni senza precedenti

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    Il rapporto conferma che il cambiamento climatico sta già incidendo negativamente sulla salute delle popolazioni e che, in assenza di adeguate azioni sul clima, l'impatto aumenterà nel prossimo futuro.

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Il Lancet Countdown on health and climate change è una collaborazione internazionale, nella quale sono coinvolti numerosi studiosi rappresentanti di diverse discipline, che monitora, in modo indipendente, l’evoluzione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute, attraverso una serie di indicatori che vengono aggiornati annualmente.

Cambiamenti climatici e salute materno-infantile: una revisione sistematica su esiti sfavorevoli alla nascita

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    L'obiettivo dello studio è fornire un quadro esaustivo delle attuali conoscenze sugli effetti delle temperature estreme sulla nascita.

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Alcuni esiti sfavorevoli alla nascita, come la nascita pretermine (nascita prima di 37 settimane di gestazione completa) e il basso peso alla nascita (peso alla nascita ≤ 2.500 g), sono considerati importanti indicatori della salute materna e fetale e sono associati ad un maggior rischio di mortalità, di complicanze a breve termine su sistema respiratorio e cardiovascolare, ma anche ad una maggiore probabilità di insorgenza di condizioni croniche nel corso della vita.

Associazione tra clima e disuguaglianze di salute

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    Gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici colpiscono maggiormente chi ha meno strumenti per prevenirne l’impatto, affrontarli e riparare i danni.

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Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici sono diventati sempre più evidenti, tanto da essere aumentata la sensibilità generale sul tema e gli studi ad essi dedicati.

È oltremodo fondamentale riflettere sul fatto che gli eventi metereologici estremi non colpiscono nella stessa misura l’intera popolazione, basti pensare alle isole di calore e alle ondate di freddo nelle grandi città, le cui conseguenze possono essere ancor più gravi per le popolazioni a forte svantaggio sociale ed economico. Le fasce più vulnerabili della popolazione hanno meno strumenti per prevenire l’impatto del clima, affrontarlo e riparare i danni. La crisi climatica rappresenta, quindi, un fattore che contribuisce ad inasprire le disuguaglianze socio-economiche e non solo per i paesi sud del mondo, ma anche in Italia e nei Paesi ad alto reddito.


Gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici colpiscono maggiormente chi ha meno strumenti per combatterli: dalla malnutrizione alla diffusione di malattie infettive, fino alla perdita della casa o del lavoro, attivando una spirale di povertà da cui diventa sempre più difficile uscirne. Il cambiamento climatico è un moltiplicatore di tutte le forme di disuguaglianza sociale, con dislivelli in base alla classe, al genere, all’età e ad altri determinanti sociali.

La maggiore sensibilità ai rischi climatici delle persone povere è spesso legata alle ridotte possibilità di scelta, per esempio l’essere costretti a vivere in zone più esposte, in case più insalubri o al rimanere in città durante le grandi ondate di caldo. Tuttavia, le disuguaglianze di reddito non sono le uniche che influiscono, infatti rivestono un ruolo chiave anche le “disuguaglianze orizzontali” tra diversi gruppi di popolazione, che includono differenze di genere, di etnia e di età (soprattutto anziani e bambini).

Come ci ricorda anche Michael Marmot, massimo esperto delle disuguaglianze di salute, il “clima non è democratico”.

Per saperne di più:

Li A., Toll M., Bentley R., (2023). Mapping social vulnerability indicators to understand the health impacts of climate change: a scoping review, Lancet Planet Health,7: e925-37.

La letteratura su come la vulnerabilità sociale influenza gli impatti sulla salute dei cambiamenti climatici è in rapido aumento. La scoping review di Li e colleghi fornisce una prima panoramica degli studi pubblicati tra il 2012 e il 2022 sulla vulnerabilità sociale agli effetti negativi sulla salute dei cambiamenti climatici.

Dei 2115 studi identificati attraverso quattro database bibliografici (Scopus, Web of Science, PubMed e CAB Direct) sono stati selezionati 230 articoli che consideravano indicatori di vulnerabilità sociale agli impatti dei cambiamenti sociali sugli esiti di salute. Sono stati quindi identificati 113 indicatori di vulnerabilità che coprono 15 temi, tra cui sesso, età, etnia, istruzione, reddito, povertà, disoccupazione, accesso ai servizi sanitari, accesso agli spazi verdi e isolamento sociale.

I risultati rivelano una sottoteorizzazione e pochi indicatori che concettualizzano e rendono operativa la vulnerabilità sociale e soprattutto una preponderanza della ricerca nei Paesi ad alto reddito. Infine, la revisione evidenzia la necessità di maggiore ricerca in futuro, di infrastrutture di dati e maggiore attenzione politica per affrontare le condizioni strutturali, istituzionali e sociopolitiche, che supporteranno meglio la resilienza climatica.


UNICEF, (2021), The Climate Crisis is a Child Rights Crisis: Introducing the Children’s Risk Index,New York: United Nations Children’s Fund.

La popolazione minore rischia di essere tra le più colpite e anche l’Unicef ha iniziato a manifestare preoccupazione sul tema, puntando soprattutto alla questione abitativa. Secondo i dati dell’Unicef, in Italia circa il 20% delle famiglie appartenenti alla fascia di reddito più bassa vive in condizioni di disagio abitativo. Nel 2020, più del 6% delle famiglie italiane si è trovata in condizioni di povertà energetica (in ritardo sul pagamento delle bollette), con picchi di quasi il 18% in regioni come la Sicilia.

L’Unicef ha sviluppato un indice per calcolare l’esposizione dei minorenni agli effetti della crisi climatica. Secondo il Children’s Climate Risk Index i bambini a rischio estremamente elevato sono un miliardo.

Nei Paesi più colpiti dagli shock climatici i bambini, spesso, sono le prime vittime. La vulnerabilità infantile, dovuta a carenza di servizi come l’acqua potabile, servizi igienici o mancanza di istruzione e assistenza sanitaria, si inasprisce ulteriormente in caso di eventi atmosferici estremi.


Palagi, E., Coronese, M., Lamperti, F., Roventini, A. (2022). Climate Change and the nonlinear impact of precipitation anomalies on income inequality, PNAS,Vol. 119, No. 43.

Lo studio di Palagi e colleghi (2022) analizza gli effetti del cambiamento climatico sulle disuguaglianze di reddito, sia tra paesi che al loro interno. Secondo le loro proiezioni, entro la fine del secolo, l’86% dei paesi diventerà più povero a causa del cambiamento climatico e anche l’Italia sarà colpita, amplificando le disparità tra regioni.


Effetti dei cambiamenti climatici sulla salute e sull’equità – Webinar AIE, 28 settembre 2021

Riconoscendo l’importanza del tema e la sempre più stretta connessione tra i cambiamenti climatici e gli effetti sulle popolazioni più svantaggiate, l’Associazione Italiana di Epidemiologia ha organizzato un webinar per discuterne con i grandi nomi dell’epidemiologia, come il Professor Costa dell’Università di Torino e il Professor Vineis dell’Imperial College of London.

Durante l’incontro è stato affrontato il tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla salute e le strategie per cambiare rotta e intervenire.

Per rivedere il webinar clicca qui.

Ondate di calore e salute dei lavoratori: il progetto “Worklimate 2.0”

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    L'innalzamento delle temperature determinato dai mutamenti climatici ha un impatto sostanziale sul contesto lavorativo. Sono, infatti, oramai consolidate le evidenze di letteratura sui rischi occupazionali determinati dalle ondate di calore.

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L'innalzamento delle temperature estive determinato dai mutamenti climatici ha un impatto sostanziale sul contesto lavorativo. Sono, infatti, oramai consolidate le evidenze di letteratura sui rischi occupazionali determinati dalle ondate di calore. L’esposizione alle alte temperature può provocare serie conseguenze sulla salute dei lavoratori, quali esaurimento da calore, colpi di calore e altre malattie legate allo stress da calore. L’esposizione per periodi prolungati può accrescere il rischio di infortuni dovuti alla stanchezza, ridurre la capacità di concentrazione e decisionale, compromettendo la produttività. L’ aumento delle temperature può altresì accrescere il livello di stress tra i lavoratori, specialmente coloro impiegati nei servizi di emergenza e coloro che operano all'aperto.

La review su Frontiers in Public Health

Una recente revisione fornisce una panoramica dello stato delle conoscenze sui principali fattori di rischio che possono incidere sulle malattie correlate alle alte temperature (in inglese HRI, ovvero heat-related illness), sulla base anche dei vari settori maggiormente a rischio (lavoratori agricoli, edili, militari, antincendio, minerari e manifatturieri). Oltre alle temperature ambientali estreme, l'equipaggiamento di protezione personale, l’utilizzo di attrezzature pesanti, lo sforzo fisico, altre condizioni morbose pre-esistenti sono tutti fattori che possono aumentare il rischio di HRI (vedi Figura 1).

Figura 1 - Fattori di rischio per le malattie correlate al caldo estremo (HRI, heat-related illness) - Fonte: da Gibb et al, doi: 10.1146/annurev-publhealth-060222-034715
fig1 ondate calore


Nella revisione viene anche evidenziato come, sebbene l’impatto delle ondate di calore riguardi la salute dei lavoratori a livello globale, sono soprattutto i lavoratori nei Paesi a basso e medio reddito ad essere colpiti in maniera più rilevante.


Se, quindi, le evidenze sugli effetti del caldo su salute e sicurezza dei lavoratori sono ormai molto solide, lo stato delle conoscenze è ancora limitato per quel che riguarda gli impatti sociali ed economici. La revisione ha considerato le pubblicazioni disponibili dal 2010 al 2022 e dalla sintesi qualitativa emerge che su un totale di 89 studi (32 studi sul campo, 8 incentrati sui costi sanitari e 49 sugli aspetti economici), ci sono prove consistenti degli impatti socio-economici derivanti dall'esposizione al calore sul luogo di lavoro. Si stima che le perdite di produttività a livello globale siano quasi del 10%, con una proiezione di aumento fino al 30-40% entro la fine del secolo, in base ai peggiori scenari di cambiamento climatico. Le aree più vulnerabili risultano essere quelle a bassa latitudine e i Paesi a basso e medio reddito, con una maggiore concentrazione di lavoratori all'aperto, ma anche zone più sviluppate, come l'Europa meridionale, sono interessate. Settori come l'agricoltura e l'edilizia sono particolarmente colpiti. Questi risultati sottolineano l'importanza di intensificare gli sforzi di prevenzione per aumentare la consapevolezza e la resilienza dei lavoratori nei confronti dell'esposizione occupazionale al calore. Questo è particolarmente critico nei Paesi a basso e medio reddito, ma anche in alcune aree dei Paesi sviluppati, dove si prevede un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore in base agli scenari future di cambiamento climatico.

Le linee guida toscane

La Regione Toscana, come altre regioni italiane, nella scorsa estate ha approvato le Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore, un aggiornamento redatto in collaborazione con il CNR - Centro di bioclimatologia - Università di Firenze e con INAIL. Il documento fornisce linee guida per prevenire i danni da calore nei luoghi di lavoro, sia all'aperto che in ambienti interni non climatizzati. Le misure incluse mirano a mitigare i rischi legati alle temperature elevate, come fornire acqua e zone ombreggiate per le pause, graduare l'esposizione al calore e pianificare attività pesanti durante le ore più fresche. Altre azioni comprendono la revisione degli orari di lavoro, l'attenzione agli indumenti da lavoro e la formazione dei dipendenti. Inoltre, viene raccomandata una gestione speciale per i lavoratori che seguono restrizioni idriche per motivi religiosi o personali.

Il progetto Worklimate 2.0

Il tema “Clima, lavoro e prevenzione” è il focus del progetto Worklimate 2.0 che mira a valorizzare e approfondire le conoscenze acquisite sulla tematica “esposizione occupazionale a temperature outdoor estreme”, fornendo strategie di intervento per mitigare gli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività dei lavoratori. L’originalità del progetto è quella di:

  • fornire stime di dettaglio relative ai costi sociali e aziendali conseguenti le esposizioni agli estremi termici oltre che una definizione dei fattori di rischio per vari settori lavorativi attraverso la caratterizzazione dei fattori di vulnerabilità
  • prevedere un ampliamento delle conoscenze sulla percezione e conoscenza del rischio legato a temperature estreme, oltre a una estensione dei casi studio indirizzati alla caratterizzazione delle soluzioni tecnologiche indossabili per contrastare gli estremi termici definendo protocolli per il corretto utilizzo
  • c) sviluppare strumenti a supporto delle attività aziendali in termini di stima della produttività ma anche di implementazione e messa a regime del prototipo di piattaforma previsionale del rischio caldo sviluppata nell’ambito della prima fase del progetto oltre che di un sistema di previsioni del rischio freddo
  • d) migliorare il sistema informativo e proporre programmi di educazione e formazione per contrastare i rischi dovuti ad esposizione a temperature estreme in ambito occupazionale.

Il ruolo delle Unità operative toscane

L’Azienda USL Toscana Centro e Azienda USL Toscana Sud-est, insieme al Consorzio LaMMA e al Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto per la bioeconomia (IBE), destinatario istituzionale e coordinatore di progetto insieme al Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale di INAIL, giocano un ruolo chiave nel progetto. Nel dettaglio, contribuiscono con il loro expertise in vari settori: dalla valutazione dell'impatto del clima sulla salute pubblica e degli impatti economici e sociali delle temperature estreme, alla progettazione di sistemi di allerta precoce, fino alla realizzazione di interventi formativi mirati. Queste attività sono supportate da un approccio multidisciplinare che integra competenze in campo medico, psicologico, tecnologico e ambientale, garantendo un intervento olistico e innovativo al fine di migliorare le condizioni di lavoro e la resilienza dei lavoratori agli effetti del cambiamento climatico.

Per saperne di più:

 Per approfondimenti sulle attività del progetto e per aggiornamenti su risultati ed eventi visita il sito del progetto Worklimate