Welfare e salute in Toscana 2022, i risultati del rapporto curato da ARS Toscana

A cura di: F. Profili, C. Silvestri, F. Voller


Si tiene oggi, 1° dicembre 2022, la presentazione del Rapporto Welfare e salute 2022. L’edizione di quest’anno (la quinta) ha dedicato, come di consueto, il secondo dei tre volumi ad un tema considerato di più stretta attualità: la scelta è ricaduta sulle diseguaglianze sociali e di salute, nel contesto pandemico che ha caratterizzato gli ultimi due anni e alla luce delle prossime azioni di intervento previste con i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il primo volume, tradizionalmente, è invece quello dedicato alla descrizione della popolazione toscana, e vi contribuiscono tutti gli enti coinvolti nel gruppo di lavoro: Ars Toscana, Regione Toscana, Osservatorio sociale regionale, Centro Gestione rischio clinico, Anci Toscana e Laboratorio MeS. Di seguito proponiamo una breve sintesi delle principali evidenze del volume uno, presentate in occasione del webinar di oggi.

Il contesto demografico

Prosegue il lieve, ma costante, calo dei residenti in Toscana, arrivati a circa 3.676.000 abitanti al 1° gennaio 2022. Le previsioni Istat per i prossimi decenni stimano un'ulteriore diminuzione generale e un aumento del peso della popolazione più anziana (65+ anni), che già oggi rappresenta 1 toscano su 4 ed è destinata a raggiungere il 35% nel 2050, considerando l’attuale struttura demografica della popolazione. Il ricambio generazionale è pertanto quasi azzerato e l’indice di vecchiaia arriverà a contare circa 3 anziani per ogni giovane under 15enne nei prossimi 30 anni.

Figura 1. Popolazione toscana per classe d’età – Valori percentuali – Anno 2022 e previsioni Istat – Fonte: Welfare e salute 2022
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L’aumento degli anziani è contestuale ad un progressivo assottigliamento della popolazione adulta, che teoricamente è proprio quella a doversi fare carico del loro bisogno di assistenza. Le famiglie toscane mediamente contano 2,24 componenti (erano 3,25 circa 50 anni fa) e aumentano i nuclei unipersonali o le coppie senza figli, a svantaggio di quelle con figli. In sintesi, stiamo assistendo ad un progressivo aumento dei cosiddetti care receiver (popolazione che ha bisogno di aiuto e pesa sulla previdenza) e ad una progressiva diminuzione dei care giver (popolazione che contribuisce alla previdenza e si fa carico quotidiano dei bisogni dei più anziani).

Va detto che gli anziani di oggi stanno mediamente meglio rispetto ai loro coetanei del passato. Convivono meglio con le proprie patologie croniche e la soglia d’età oltre la quale perdono la propria autonomia si è progressivamente spostata dai 65 ai 75 anni. Solo l’1% degli anziani tra i 65 e i 74 anni non è autosufficiente, mentre la prevalenza sale al 10% dopo i 75 anni e al 40% dopo gli 85 anni. Aumenta inoltre la parte di anni vissuti in buona salute sul totale della speranza di vita di un toscano al compimento dei 65 anni, nonostante più della metà degli over 65enni conviva con una patologia cronica. Il quadro di salute degli anziani toscani è coerente con quello medio italiano, ma la nostra regione è tra le 5 regioni più anziane in Italia.

Figura 2. Indicatori di salute nella popolazione anziana, per classe d’età – Valori percentuali – Fonte: Welfare e salute 2022
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L’impatto della pandemia sulle dinamiche demografiche e la salute
Prosegue l’impatto della pandemia sul saldo naturale demografico (differenza tra nuovi nati e decessi). Nel 2020 la diminuzione delle nascite in Toscana ha subito una forte accelerazione, superiore anche al calo previsto osservando il trend storico, e nel 2021 i nuovi nati sono tornati a salire, ma la media del biennio 2020-2021 è comunque in diminuzione rispetto al 2019, segno che il 2021 ha rappresentato più un effetto “rimbalzo” che una vera inversione del trend. I parti in Toscana nel 2021 sono stati 22.719, +135 rispetto al 2020, ma comunque circa 900 in meno rispetto al 2019. Sul calo di natalità incide anche la progressiva diminuzione del contributo fornito dalle coppie straniere che, con il prolungarsi della permanenza sul nostro territorio, stanno sempre più adottando abitudini e comportamenti più simili a quelli della popolazione autoctona. Gli ultimi due anni inoltre hanno rallentato i flussi migratori e la popolazione straniera rappresenta l’11,5% dei residenti.

Contestualmente prosegue anche nel 2021 l’eccesso di mortalità rispetto al periodo pre-pandemico: +7,8% in Toscana, a fronte di una media italiana di +9,8%. Rispetto al primo anno di pandemia il valore è diminuito (era +8,6% in Toscana e +15,6% in Italia), ma resta elevato. Le differenze regionali tendono a diminuire nel 2021, dopo che il primo anno di pandemia aveva avuto effetti nettamente più gravi nelle regioni del Nord Italia. La speranza di vita alla nascita, uno degli indicatori più solidi per misurare la salute di una popolazione, negli ultimi 2 anni ha subito una forte battuta d’arresto, interrompendo un trend in costante crescita e tornando su valori di circa 8 anni fa: 81,1 anni per gli uomini (80,1 in Italia) e 85,2 per le donne (84,7 in Italia).


Figura 3. Eccesso di mortalità rispetto alla media 2015-2019, per regione e anno – Valori percentuali – Fonte: Welfare e salute 2022
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Rispetto alla media italiana, la Toscana può vantare livelli di mortalità minori. L’ultimo dato utile ad un confronto corretto per età anagrafica risale però al 2019 e colloca la nostra regione all’8° posto in Italia, tra quelle contraddistinte da un numero minore di decessi: 790 decessi ogni 100mila abitanti, rispetto agli 825 per 100mila in Italia. Gli ultimi due anni di pandemia hanno interrotto un trend temporale in costante diminuzione, grazie soprattutto ai progressi fatti nella diagnosi e cura delle malattie del sistema circolatorio e dei tumori.

Oltre ai nuovi dispositivi e alle nuove terapie che oggi permettono di salvare molte più vite o di prolungare la speranza di vita di un malato alla diagnosi, nel tempo un contributo importante è stato portato dai programmi di screening oncologici, che permettono di intercettare la malattia più precocemente e di intervenire più efficacemente. Anche questi programmi hanno però risentito, pur non in maniera così drastica, degli effetti indiretti della pandemia, caratterizzati dalle limitazioni imposte nell’accesso ai servizi. Gli indicatori di adesione agli inviti allo screening mammografico e colon-rettale hanno perso alcuni punti, scendendo rispettivamente al 66,2% e al 40,3% nel 2020.


I servizi ospedalieri e territoriali negli ultimi due anni
Tutti i servizi hanno subito un calo deciso delle prestazioni e degli accessi, che solo in parte è stato recuperato nel 2021. I ricoveri ospedalieri tornano a salire, circa 478mila, +6,8% rispetto al 2020, ma comunque ancora -13% rispetto al 2019. Gli accessi al Pronto soccorso sono ancora il 30% in meno rispetto al 2019 e sono soprattutto gli accessi autonomi e per problemi di minore gravità ad essere diminuiti, rispetto ai triage più gravi e agli arrivi in ambulanza. Gli interventi del 118, infatti, nel 2021 sono tornati sui livelli pre-pandemici.
La farmaceutica aveva risentito meno degli effetti delle limitazioni, anche grazie all’introduzione della ricetta elettronica, e nel 2021 conferma un calo del 6% rispetto alla media 2015-2019. Viceversa aumentano le prestazioni specialistiche ambulatoriali, che superano anche i volumi pre-Covid (+11% rispetto alla media 2015-2019), a causa plausibilmente del recupero di una parte di prestazioni previste nel 2020, ma slittate nel 2021, in particolare di quelle diagnostiche. In questo contesto di grande aumento dei volumi, però, scontiamo ritardi nella disponibilità di alcune specialità di visite specialistiche. Pur rimanendo nei limiti fissati sia a livello regionale sia ministeriale, i tempi di attesa tendono mediamente ad aumentare.

Tabella 1. Visite specialistiche e percentuale di visite che rispettano i tempi di attesa regionali (15 giorni) o nazionali (30 giorni) – Fonte: Welfare e salute 2022
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Tendenzialmente durante questi due anni il Servizio sanitario regionale è riuscito ad erogare l’assistenza ospedaliera mantenendo livelli di qualità elevati, anche se in alcuni percorsi dobbiamo segnalare alcune criticità: cura dell’ictus, della BPCO/polmonite, tumore del colon e frattura del femore. Per queste patologie gli indicatori di esito (tempestività dell’intervento e/o decesso nel breve periodo) monitorati dal programma regionale esiti (Prose) sono diminuiti nel 2020 e non hanno recuperato il gap nel 2021. Anche gli indicatori Lea sono coerenti con questo scenario di sostanziale tenuta, con alcuni percorsi però in difficoltà. Oltre a quelli ospedalieri sopracitati, la nostra regione può ancora migliorare nell’ambito delle cure palliative e della presa in carico della non autosufficienza.

Va segnalato che la forte pressione alla quale è stato sottoposto il sistema e gli operatori stessi non ha portato ad un aumento degli eventi sentinella monitorati dal Centro Gestione rischio clinico e che complessivamente Regione Toscana ha mantenuto i livelli di investimento degli anni precedenti, che anzi tendenzialmente sono aumentati in tutti i settori.

Il 2021 rappresenta quindi un inizio di ripresa e di ritorno ad una condizione di quasi normalità, ancora però non raggiunta. Gli effetti della pandemia sui servizi sono sicuramente diminuiti rispetto al primo anno, così come sulla salute. A parità di contagi i ricoveri sono molto diminuiti e la letalità (deceduti tra contagiati) è passata dal 3,1% del 2020, all’1,5% del 2021, fino allo 0,3% del 2022. Tutto questo grazie all’effetto protettivo della campagna di vaccinazione e alle nuove varianti del virus Sars-CoV-2, meno capaci di produrre sintomi severi. I più colpiti restano comunque gli anziani, specialmente se con una o più patologie croniche, e a parità d’età gli uomini rispetto alle donne.

I principali determinanti di salute
Tendenzialmente gli ultimi due anni non hanno peggiorato i principali indicatori di monitoraggio dei determinanti di salute nella popolazione generale. I consumi alimentari sono tendenzialmente equilibrati, ma il consumo di frutta e/o verdura è ancora lontano da raccomandazioni Oms. Aumentano i soggetti sovrappeso o obesi (33,8% e 10,3%), leggermente meglio dei dati nazionali (34,2% e 12%). I consumi di alcol sono stabili, in linea con i dati italiani. Permangono due tendenze: tra i giovani un consumo affine al modello nordico (binge drinking e più consumo tra le ragazze), tra gli adulti e anziani il modello mediterraneo. La percentuale di fumatori (25%) è simile a quella italiana e in diminuzione, con aumento delle persone che non hanno mai fumato (56%), rispetto agli ex-fumatori (19%). La quota di soggetti sedentari è diminuita. La sedentarietà è più diffusa tra alcune categorie sociali: donne, anziani e persone con bassa istruzione o in difficoltà economiche. Non aumentano gli accessi ai servizi di salute mentale, in parte per le stesse restrizioni della pandemia. Il consumo di antidepressivi è stabile, ma Toscana è la regione con i valori più elevati: le persone trattate sono circa 370mila.

Anche i principali indicatori di povertà confermano una situazione migliore della Toscana, rispetto alla media italiana, non particolarmente aggravata dalla pandemia. La Toscana ha numeri tradizionalmente buoni e mostra capacità di tenuta durante la pandemia, ma una parte della popolazione è in sofferenza: 400mila persone a rischio povertà e 80mila in grave deprivazione materiale; 92.700 famiglie in povertà relativa e 20mila richiedono contributi per l’affitto; 126mila persone in cerca di occupazione (50+ da 1+ anni) e 90mila Neet 15-29 anni.

Figura 4. Indicatori di povertà – Valori percentuali – Fonte: Welfare e salute 2022
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Le condizioni economiche rappresentano, come noto, un determinante di salute importante, perché influenzano direttamente la capacità di cura e perché possono rappresentare un proxy del livello culturale e di istruzione della famiglia, a sua volta associato all’attenzione che si presta all’adozione di buone abitudini e corretti stili di vita, dal punto di vista della prevenzione primaria. Per questo nell’edizione di quest’anno del rapporto è stato dedicato un intero volume (il secondo) all’approfondimento delle principali diseguaglianze sociali e di salute nella popolazione toscana, contestualmente all’illustrazione delle azioni e gli interventi che Regione Toscana ha in programma di attuare nell’ambito della missione 5 e 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il primo volume contiene inoltre molti capitoli dedicati alla salute e all’attenzione che la Toscana pone su alcune popolazioni tradizionalmente considerate più fragili: anziani, stranieri, persone con disabilità, adolescenti, donne, persone con disturbi mentali.


Per consultare tutti e tre i volumi dell'edizione 2022 vai alla pagina del Rapporto: Welfare e salute in Toscana 2022 


Approfondimento a cura di: 
Francesco Profili, Caterina Silvestri, Fabio Voller - Agenzia regionale di sanità della Toscana




Per approfondire

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